Giovanni Jover e Pietro Escribà furono due coraggiosi mercedari, cioè appartenenti all’ordine di Santa Maria della Mercede fondato nel 1200 in Spagna da Pietro Nolasco con uno scopo ben preciso: liberare i cristiani fatti prigionieri dai pagani, ispirandosi a Sant’Agostino. Un ordine assimilato a quelli mendicanti col passare dei secoli e che si specializzò, scomparsa la prigionia, nell’insegnamento e nell’apostolato missionario combattendo le nuove forme di schiavitù politiche e sociali. Giovanni e Pietro vissero nel 1400 e vennero inviati in Africa: a Tunisi liberarono 124 schiavi ma, durante il viaggio di ritorno, furono catturati. Sottoposti a torture e sofferenze, rimasero fedeli a Cristo fino a essere trafitti dalle frecce. I mercedari oggi sono diffusi in tutto il mondo e professano un quarto voto molto speciale: rinunciare a se stessi per gli altri, specie quelli la cui fede è in pericolo. Operano nelle carceri, negli ospedali, tra i tossicodipendenti, nelle periferie del mondo. Devoti a Maria, nel 1600 subirono anche la “scissione” dei mercedari scalzi, più fedeli alla regola originaria.
Di Roberto Immesi
Giornalista, collabora con Live Sicilia, è Revisore dei Conti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Membro dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.