Ne aveva già parlato un grande vescovo, uno di quelli che danno coraggiosa testimonianza di Cristo, pagando di persona il prezzo della fede cristiana che li contraddistingue.
Il cardinale Francis Xavier Nguyen Van Thuan – l’Arcivescovo vietnamita che trascorse tredici anni del suo episcopato in prigione, di cui nove in isolamento – diceva: «Sono passati venti secoli nei quali si sono succedute fasi alterne e tante crisi per la Chiesa. Ci sono stati attacchi dall’interno e dall’esterno. In molti periodi la Chiesa si è trovata in condizioni disperate. Tuttavia essa è ancora solida perché è la Chiesa di Dio, non una istituzione puramente umana».
Anche oggi assistiamo a molteplici tentativi che minacciano la stabilità della Chiesa – «dall’interno e dall’esterno» come riferiva Van Thuan – con l’intento di ridisegnarne l’aspetto teologico e sostanziale, ribaltando il concetto di Chiesa-Corpo mistico di Cristo (da lui formata e voluta), lasciando a coloro che ne fanno parte la “libertà” di operare e realizzare scelte di vita NON conformi a Cristo e al suo messaggio evangelico. È questo il motivo degli attacchi rivolti alla Chiesa e a quei rappresentanti gerarchici che non prestano il fianco a fraintendimenti e “promiscuità dottrinali”.
Papa Benedetto XVI – uno dei principali “nemici” del pensiero teologico riformato e fatto “in casa” –, rivolgendosi all’episcopato portoghese nel maggio 2010, diceva che «nel sentire di molti, la fede cattolica non è più patrimonio comune della società e, spesso, si vede come un seme insidiato e offuscato da “divinità” e signori di questo mondo».
Ventidue anni fa, l’esigenza di un nuovo vigore missionario da parte dei cristiani poteva sembrare eccessiva, soprattutto nelle terre dove il Cristianesimo occidentale aveva piantato radici robuste. Non certamente oggi, di fronte ad un progressivo appiattimento religioso e
dottrinale senza precedenti, dove le parole di Papa Ratzinger invitano il cristiano a rimanere in guardia, sottolineando il bisogno «di autentici testimoni di Gesù Cristo, soprattutto in quegli ambienti umani dove il silenzio della fede è più ampio e profondo: i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione che professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita. In tali ambiti non mancano credenti che si vergognano e che danno una mano al secolarismo, costruttore di barriere all’ispirazione cristiana».
«Mantenete viva la dimensione profetica – conclude Benedetto XVI –, senza bavagli, nello scenario del mondo attuale, perché “la parola di Dio non è incatenata!” (2Tm 2,9)».
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