Monsignor Luigi Renna fa il suo ingresso ufficiale nell’arcidiocesi di Catania, accolto, come si conviene, dall’episcopato siciliano, dai presbiteri, le autorità e i fedeli della Città. Una giornata, per il nuovo pastore e per la città, dal grande impatto emotivo, dove, nel cuore di accoglie e di chi viene accolto, si rincorrono desideri, sogni, attese e progettualità che – terminata la festosa accoglienza – dovranno cominciare a prendere corpo in quello che il diritto canonico chiama potestà di governo della chiesa particolare, spettante all’Ordinario del luogo (il vescovo).
In questa, come in tante altre celebrazioni di insediamento, il nuovo arcivescovo dev’essere bravo a rintracciare e raccogliere – persino negli sguardi dei presbiteri e dei fedeli presenti – le aspettative della Chiesa locale, che ha salutato con gratitudine il lunghissimo episcopato di monsignor Salvatore Gristina (per vent’anni alla guida dell’arcidiocesi), e che, guardando al nuovo pastore si pone in fervente e “accorta” attesa.
«Sono vescovo per voi e cristiano con voi», dichiara il nuovo arcivescovo di Catania durante l’omelia d’insediamento, con voi «in un tempo magnifico, quello del cammino sinodale, che sarà una nuova primavera conciliare, se lo vivremo appieno. Continueremo a viverlo nella conversione dell’ascolto reciproco, nel narrarci come sentiamo la nostra appartenenza ecclesiale e la nostra missione, come vediamo il nostro futuro di Chiesa».
«Vengo a voi, cari fratelli e sorelle della Arcidiocesi di Catania, da vescovo, ma pur sempre con il passo del pellegrino e con lo stile del fratello». E, infine, rende noto un suo desiderio: «sogno – conclude monsignor Renna – il mio cammino con voi, da vescovo: caratterizzato dall’ annuncio evangelico con franchezza, l’evangelica parresia, senza edulcorazioni che ne tradirebbero la bellezza. E “senza impedimento”, così come lo annunciò Filippo all’eunuco (At 8,36) e Pietro a Cornelio (10,47;11,17), lasciando che la forza dello Spirito e quella del Vangelo edifichino la Chiesa, annuncino nel nostro mondo il Regno di Dio e ne facciano intravedere i bagliori luminosi».
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