Sono sempre stato colpito dalla figura di una grande cantante che purtroppo, per certi versi, è rimasta fuori dal coro, ma la conclusione della sua vita, a mio parere, può dare dei grandi spunti su cui riflettere per la propria crescita spirituale.
Oggi voglio raccontare una delle testimonianze eccezionali di fede giunte dal mondo della musica leggera attraverso un piccolo episodio riguardante la genesi di un testo musicale che riporta le parole della mistica e santa carmelitana Teresa d’Avila.
La folgorazione spirituale della cantante palermitana Giuni Russo, prematuramente scomparsa a Milano per un cancro nel 2004, giunse alla conclusione della sua vita.
Quella donna venne segnata certamente dal male che la colpì nel profondo, tanto da spingerla a ricercare quella fede fino ad allora poco esplorata.
Secondo fonti qualificate, la cantante era devota alla figura di Santa Teresa d’Avila, di cui venne a conoscenza in maniera del tutto casuale tramite la lettura di un libro di Giorgio Papasogli dal titolo “Fuoco in Castiglia. Vita di Santa Teresa d’Avila”.
Avrebbe musicato la propria devozione per la figura della Santa nel 1995, quando si trovava in macchina insieme alla sua collaboratrice Maria Antonietta Sisini in Sardegna.
Come narrato nella biografia della scrittrice Bianca Pitzorno “Giuni Russo. Da un’Estate al Mare al Carmelo”, la donna cominciò a cantare le parole come se già avesse trovato persino gli arrangiamenti più adatti. “Mi canta dentro – dichiarò – tu che hai la memoria di un computer, cerca di ricordartela perché come è venuta può sparire”.
“Moro perché non moro” divenne il manifesto più bello e significativo degli ultimi anni di vita della donna, nonché una delle punte di diamante della propria ricerca religiosa.
Scoprì l’accettazione della propria malattia tramite le lezioni di Teresa d’Avila come testimoniato da Madre Emanuela della Madre di Dio, priora del Monastero delle carmelitane scalze di Milano, che alla domanda “Quale lezione della Santa era centrale, per Giuni” Rispose: «Direi l’amore per il Signore. Non pensi sia una risposta banale: lei ci accompagnava a dei corsi spirituali e un giorno disse proprio: “Sono innamorata di Gesù”» (Avvenire).
La volontà di Dio nella vita della cantante ormai era ben chiara. L’amore che sviluppò per il monastero delle Carmelitane Scalze la spinse a chiedere di essere sepolta proprio lì, dove tutto ebbe la propria genesi. Giuni Russo, infatti, è sepolta ancora oggi all’interno del cimitero maggiore di Milano tra le “sorelle” carmelitane.
Foto: PalermoToday
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