Il movimento generato dall’evento della Pentecoste (che sancisce l’inizio ufficiale della Chiesa) è simile (per usare una immagine cara al teologo svizzero von Balthasar) ad una “trasfusione di sangue”. Dio, infatti, dona il suo Spirito agli uomini, qualcosa del suo «io» entra nelle vene del nostro «io». Non si tratta di un elemento corporeo ma spirituale, un elemento appartenente a Dio stesso ed estraneo all’uomo, un elemento divino. L’amore di Dio, così, il legame intimo tra il Padre e il Figlio si fondono nella persona dello Spirito Santo effuso nella Chiesa come dono esclusivo di un dio la cui principale caratteristica è quella di essere “Comunione di Persone”.
Cinquanta giorni dopo la resurrezione di Cristo, dunque, gli Apostoli, rigenerati dalla pienezza dello Spirito Santo, comprendono che la “Grazia di Dio” non è un semplice concetto spirituale che li avvicina un po’ di più al Signore ma un “luogo” dove Dio ha scelto di continuare ad abitare. “Noi siamo entrati nello spazio intimo di Dio, quasi nella sua eterna autocoscienza, per così dire, là dove egli conosce e sa delle sue profondità e dei suoi segreti” (Von Balthasar). Questo – afferma San Paolo (in 1Cor 2, 9-12) – è ciò che “nessun occhio ha mai visto e nessun orecchio ha mai udito”, questo è ciò che “Dio ha preparato a coloro che lo amano… rivelato per mezzo dello Spirito”.
Per ritornare all’immagine della trasfusione di sangue, proprio in questi giorni, dentro una chiesa cattolica dello stato nigeriano di Ondo, sono state uccise 21 persone da un commando di uomini armati che hanno fatto irruzione nella parrocchia, mentre i fedeli celebravano la solennità della Pentecoste. Come ci ricorda l’immagine in copertina, c’era sangue dappertutto! Sangue umano, innocente, sangue “trasfuso” e donato da Dio, sangue versato da testimonianze cristiane sempre più numerose nel nostro tempo. Una “Pentecoste di sangue” che si rinnova nel tempo e in diverse parti del mondo!
Foto: Ansa
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