Allo “scandalo” suscitato dalla maestra sarda, sospesa per venti giorni per aver intonato la preghiera dell’AveMaria e il Padrenostro in classe, si contrappone, beffardamente, la decisione di un istituto superiore fiorentino che ha messo a disposizione degli studenti islamici (su loro esplicita richiesta) due aule, per poter pregare nel periodo del ramadan!

Ma vuoi vedere che se la povera maestra sarda avesse presentato una regolare richiesta le avrebbero concesso l’Aula Magna, così da coinvolgere anche le altre classi, e chissà, magari si sarebbe potuto recitare tutto il Rosario?

Ironia a parte, si potrebbero menzionare tanti altri episodi di presunta “lesa laicità”: l’ hostess e l’infermiera che finiscono in tribunale per aver portato al collo un crocifisso; la giornalista travolta dalle polemiche per aver indossato addirittura un rosario durante il TG; per i crocifissi nelle aule scolastiche e per tante altre manifestazioni di costume religioso cattolico che da qualche tempo a questa parte non hanno più diritto di cittadinanza, e che a qualcuno danno solo fastidio!

Ovviamente nessun cattolico – senza il rischio del linciaggio mediatico e culturale – può permettersi  di protestare per una rana inchiodata in una croce e presentata ad una mostra di “opere” d’arte, o per una vergognosa caricatura della Madonna, rappresentata con la forma dell’organo sessuale femminile, portata in “processione”, o per certe vignette (definite satiriche!) dove viene oltraggiata la Santissima Trinità per rivendicare l’unione omosessuale.

Dunque, via gli “alieni” dalla nostra terra, cioè i “cattolici”, che con i loro assurdi e obsoleti convincimenti morali e religiosi non contribuiscono alla crescita dell’uomo (pardon… dell’uomo e della donna) chiamato a vivere con il bagaglio razionale del proprio istinto e delle proprie passioni, senza troppe domande su cosa sia adeguato o trasgressivo, morale o immorale.

Tuttavia – se ne facciano una ragione i rappresentanti dell’estremismo laicista – i cristiani (certamente con i loro pregi e i loro difetti) sono ancora oggi depositari di quella esperienza ecclesiale descritta dall’Evangelista Luca negli Atti degli Apostoli: «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere […]. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo» (At 2,42.46-47).

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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