Il prossimo 1° luglio entrerà in vigore il Decreto Arcivescovile, pubblicato nel gennaio scorso, con il quale viene sospeso “ad experimentum” – per la durata di un triennio – l’ufficio di Padrino e di Madrina nel Battesimo dei bambini, nella Confermazione degli adolescenti e degli adulti, nonché nell’Iniziazione Cristiana degli adulti.
«Questa decisione – scrive il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Palermo –, maturata dopo ampia riflessione negli organismi diocesani di partecipazione, non può e non deve assolutamente essere interpretata come l’abolizione di tale plurisecolare istituto, quanto, piuttosto, come una opportunità propizia per riscoprirne e rivalutarne il significato primigenio nella vita spirituale dei battezzandi o dei cresimandi, come anche dei neofiti, nonché individuare nuove forme e prassi per un idoneo ripristino».
Nel frattempo, circa l’attuazione ormai prossima del Decreto, in Arcidiocesi vengono date le seguenti indicazioni:
- Il Decreto dovrà essere attuato, senza eccezioni, in qualunque Comunità dell’Arcidiocesi.
- La celebrazione dei Sacramenti avvenga osservando scrupolosamente i libri liturgici approvati con gli adattamenti che essi demandano al ministro, tra i quali, evidentemente, bisognerà omettere quanto riguarda i padrini e le madrine. In caso di dubbio ci si potrà rivolgere al responsabile dell’Ufficio Liturgico.
- Durante questo triennio, sarà compito dei parroci in collaborazione con i catechisti, curare un’opportuna catechesi che renda esplicite le ragioni pastorali di tale decisione, e che spieghi come la sospensione del “padrinato” sia utile ad una seria riflessione per la sua futura valorizzazione.
In particolare sarà ora più che mai necessario ricordare che il ruolo del padrino non può e non deve essere ridotto a una sorta di “privilegio” o di “convenienza sociale”, ma richiede un impegno costante e una coerenza di vita che testimonino la bellezza e le esigenze di una vita vissuta secondo il Vangelo. In altre parole, dovrà essere evidente l’assunzione di responsabilità nella testimonianza della fede.
- Non è consentito introdurre nessun’altra “figura alternativa” al padrino e alla madrina, come ad es. “garanti”, “accompagnatori” o il cosiddetto “testimone”, figura che il Codice di Diritto Canonico identifica, oltretutto, in casi ben precisi.
Tuttavia, nel tempo di questa sospensione temporanea, nulla vieta che battezzandi e cresimandi possano avere, nel loro cammino di fede, una o più figure di riferimento e di accompagnamento, al di là della loro presenza all’interno del rito liturgico. Tali figure, comunque, non avranno alcun ruolo o visibilità nella celebrazione dei rispettivi sacramenti.
- I Parroci non rilascino Nulla Osta per battesimi o cresime da celebrare nelle Diocesi della nostra Metropolia (Monreale, Trapani, Mazara del Vallo, Cefalù), come pure nell’Eparchia di Piana degli Albanesi. Ciò sarà utile, innanzitutto, per evitare che il “padrinato” venga considerato prioritario rispetto al sacramento stesso. Tale decisione viene contestualmente comunicata anche alle suddette Diocesi, affinché si possano far carico, per la loro parte, di informarne i presbiteri delle rispettive Chiese.
Per eventuali eccezioni, comprovate da valide motivazioni pastorali, il Nulla Osta sarà rilasciato dalla nostra Curia, su richiesta sottoscritta congiuntamente dagli interessati e dal parroco del luogo della celebrazione.
- Poiché, come stabilito dal Decreto, «gli Uffici Liturgico e Catechistico, insieme al Servizio Catecumenale, hanno mandato di monitorare e verificare, durante questo triennio, l’andamento della nuova prassi», ad essi si potranno far pervenire eventuali osservazioni e riflessioni maturate in itinere (p.es. proposte di nuove prassi), come anche difficoltà o resistenze sorte nell’attuazione.
Confidando che tali linee attuative facciano chiarezza e aprano piste di riflessione, auspico che da parte di tutti si valorizzi sapientemente questo periodo di sospensione.
Foto: Michelangelo Nasca
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