Riflettere, ragionare, ascoltare e pregare insieme! È questo l’asse portante de “Le Tavole di Assisi”, l’iniziativa che si è svolta in questi giorni nella casa di accoglienza “Domus Pacis”, all’ombra della Basilica di Santa Maria degli Angeli, e che ha visto la partecipazione di ospiti d’eccezione, provenienti da diversi ambiti culturali e sociali.
Due giornate di convegni (9-10 settembre) che hanno messo al centro del dibattito culturale e religioso le sfide del nostro tempo: dall’assalto alla vita e alla famiglia fino alla questione della guerra; dal pensiero unico dilagante al controllo pervasivo dell’informazione e della sfera personale; infine l’attacco senza precedenti alle nostre preziose radici cristiane.
Nel saluto introduttivo della prima giornata, monsignor Giampaolo Crepaldi, vescovo emerito di Trieste e già segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha ricordato che «queste giornate si misurano con molti processi in atto nella nostra società e lo scopo non è solo quello culturale ma anche di illuminare di verità e speranza la presenza e l’azione dei cattolici nella società italiana di oggi». Oggi – ha proseguito Crepaldi – «si pensa che l’azione del cristiano possa essere solo indiretta e debba passare attraverso le vie della laicità o del mero personalismo, ma non è così. Constatiamo oggi le difficoltà e i pericoli di una simile impostazione, poiché il cristianesimo si riduce ad agenzia di animazione e l’agire morale è considerato autosufficiente così come la Fede si riduce a buone pratiche, sempre morali, che è il potere di turno a stabilire». Secondo il vescovo emerito di Trieste è necessario «recuperare la convinzione che il cristianesimo e la Chiesa debbano intervenire direttamente nella vita sociale, ovviamente non per sostituirsi ad altre realtà diverse, autonome e laiche, ma per orientare la vita pubblica nel suo fine ultimo che è sempre trascendente».
A moderare la prima sessione del convegno, Simone Pillon, già Senatore e ora presidente dell’associazione san Tommaso Moro, insieme alla giornalista e scrittrice Costanza Miriano. «A questa società individualista – ha detto Pillon – rispondiamo costruendo comunità di persone, costruendo dialoghi, pregando insieme. È una prospettiva di comunità che il mondo ha perso e ci vuole far perdere. Siamo qui ad Assisi da tutta Italia, fisicamente presenti per stare vicini». Pillon ha invitato ad «un cristianesimo attivo e non, come vuole la società attuale, togliere il cristianesimo da ogni ambito, soprattutto pubblico. Non vergogniamoci e non chiudiamoci in noi stessi».
«Oggi – ha dichiarato Costanza Miriano nel suo intervento – la Fede è tollerata solo se vissuta privatamente, mentre noi qui affermiamo che c’è bisogno di rimettere Cristo al centro della società e, permettetemi di dirlo, riportare Cristo anche al centro della Chiesa perché ogni tanto lo dimentichiamo». Il tema del cristo-centrismo – ribadisce la Miriano – «è il nostro punto di partenza. La Fede al centro della nostra azione quotidiana e sociale è lo strumento per difenderci dalle istanze contro la morale come quelle che toccano e mettono a rischio la famiglia, l’educazione, la tutela della vita».
Il programma delle due giornate
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