Si è svolto in questi giorni un incontro di formazione rivolto ai sacerdoti della diocesi di Acireale, promosso dal servizio diocesano tutela minori e persone vulnerabili. A guidare il momento di formazione è stato don Fortunato di Noto, della diocesi netina, presidente dell’associazione Meter e responsabile dello sportello regionale del servizio sopracitato della CESI.
All’incontro ha preso parte anche il Presidente della Conferenza episcopale siciliana e vescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti.
«Il problema – ha dichiarato don Fortunato di Noto durante il suo intervento – è ancora presente nella Chiesa e nella società, anche perché la situazione è complessa. Non si parla solo si pedopornografia ma anche di pedocriminalità. La priorità della Chiesa è ascoltare, tutelare, proteggere i fragili e i deboli. La situazione è complessa ed è ancora aperta anche nel campo della psicologia e della medicina. Anche la Chiesa deve imparare dai propri errori e non ignorare i fattori di allerta. La Chiesa è povera per i poveri ed anche bambina per i bambini. Impegniamoci alla prevenzione e formazione».
Don Di Noto – il cui impegno e l’autorevolezza hanno ormai superato i confini del territorio siciliano – da trent’anni porta avanti una battaglia a favore dei minori declinando la sua vocazione missionaria in difesa delle vittime di violenza sessuale.
Un altro momento significativo dal titolo “la cura e la tutela dei minori nella scuola e nei luoghi di aggregazione” – promosso dal servizio diocesano tutela minore e persone vulnerabili insieme all’ufficio per la Pastorale scolastica e Insegnamento della Religione Cattolica – si è svolto nell’aula magna del Liceo Statale “Leonardo” di Giarre.
In questo secondo momento di formazione – a cui hanno preso parte circa 200 persone, tra insegnanti di religione cattolica, referenti e dirigenti scolastici –, don Fortunato ha posto l’attenzione dei docenti presenti sulla necessità di prevenzione ed informazione e non solo sulla questione degli abusi commessi.
Il modello da seguire diventa, quindi, quello di una scuola che si prende cura e non solo insegna nozioni, di una scuola che si interessa dei propri ragazzi. Don Fortunato ha esortato alla riflessione i partecipanti, invitandoli a maturare in un ascolto consapevole che attenzioni le necessità ed i “non detti” dai quali si può evincere la presenza o meno di un problema.
«Non basta – precisa Di Noto – indignarsi davanti alle forme più eclatanti di violenza ma bisogna affrontare la realtà con coraggio per debellare il fenomeno. Insegnanti, sacerdoti, educatori ed operatori pastorali sono a stretto contatto con i minori. Creiamo una rete che da una parte sia forziere di tutela e dall’altra strumento di diffusione della conoscenza del fenomeno per prevenire situazioni di sofferenza e dolore».
Foto: Diocesi di Acireale
Fonte dell’articolo: Chiara Costanzo
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