La liturgia del mercoledì delle Ceneri, nel rito latino, apre ufficialmente il tempo della Quaresima che ci condurrà, dopo oltre 40 giorni, alla celebrazione pasquale della morte e risurrezione di Gesù. Una celebrazione che è caratterizzata da un elemento, quello delle ceneri, dal forte valore simbolico ma che a volte non viene compreso pienamente.
Perché si usa la cenere?
La cenere è quel che resta dopo una combustione: una polvere più o meno fine e dal colore che varia dal bianco al nero, passando per il grigio. Un elemento che in passato veniva usato in diversi modi: la cenere di legna è un ottimo fertilizzante per la terra ma, usato per lavare, ha anche un effetto sbiancante. E’ facile intuire, quindi, perché la cenere si usi nella liturgia: essa è un simbolo di rinascita ma anche di purificazione.
La cenere nella Bibbia
Le Scritture ci aiutano a cogliere il senso simbolico delle ceneri. Abramo, parlando con Dio, si definisce “polvere e cenere” (Gn 18, 27) e nel libro di Giuditta (4,11) gli abitanti di Gerusalemme “si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore”, per poi cospargere di cenere i turbanti dei sacerdoti. In Maccabei (3,47), nell’assemblea che si prepara alla battaglia “digiunarono e si vestirono di sacco, si cosparsero di cenere il capo e si stracciarono le vesti”. E ancora nei libri di Giobbe, nei Salmi, nel Siracide, nei Profeti ci sono continui riferimenti alla cenere come segno penitenziale.
La cenere indica quindi la caducità dell’uomo, la sua condizione fragile di fronter alla vita, ma è segno anche di pentimento dei peccati, come ben illustra la conversione di Ninive a opera di Giona.
L’uso nella liturgia
Il mercoledì delle Ceneri è chiamato così proprio per l’imposizione delle ceneri sul capo: un’usanza molto antica e che richiama il carattere penitenziale del tempo quaresimale che inizia. Una liturgia “feriale” ma non per questo secondaria, tanto che il Messale romano la mette sullo stesso piano dei primi tre giorni della Settimana santa e, nell’ordine di precedenza dei giorni liturgici, la considera al pari del Natale e della Pasqua.
Il Messale propone due frasi per accompagnare il gesto dell’imposizione delle ceneri ricavate dai rami benedetti nella domenica delle Palme dell’anno precedente: “Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai” e “Convertitevi e credete nel Vangelo”. La prima, dal sapore più penitenziale, è tratta dalla Genesi ed è pronunciata da Dio all’Adamo cacciato dal paradiso terrestre: “Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!” (Gn 3,19). La seconda, aggiunta in epoca postconciliare, è tratta dal Vangelo di Marco (1,15) ed invita anche alla conversione.
I testi eucologici
Significativa anche la seconda formula di benedizione delle ceneri: “O Dio, che non vuoi la morte dei peccatori ma la conversione, ascolta benigno la nostra preghiera e benedici queste ceneri, che stiamo per imporre sul nostro capo riconoscendo che noi siamo polvere e in polvere ritorneremo; l’esercizio della penitenza quaresimale ci ottenga il perdono dei peccati e una vita rinnovata a immagine del tuo Figlio risorto”.
Chi può imporle?
Il Messale prevede che a imporle sia il sacerdote: omesso l’atto penitenziale, dopo l’omelia vi è la benedizione, seguita dall’imposizione e dalla preghiera universale. Nel caso si faccia fuori della Messa, si premette una liturgia della Parola con canto di ingresso, colletta, letture, omelia, benedizione, imposizione, preghiera universale e infine benedizione e congedo.
L’ufficio liturgico della diocesi di Roma ha anche pubblicato alcune indicazioni liturgiche sul mercoledì delle Ceneri che, pur valendo solo per la diocesi romana, possono comunque fornire un indirizzo alle altre diocesi. “Ministro dell’imposizione delle ceneri è soltanto il vescovo, il presbitero e il diacono – si legge nella nota -. Il Messale non prevede di affidare l’imposizione delle ceneri a ministri istituiti o a ministri straordinari della comunione; né prevede di inviare i ministri straordinari perché rechino le ceneri ai malati. Potrebbe essere opportuno che nei primi giorni della Quaresima il parroco e i sacerdoti visitino i malati per incoraggiarli e per confermare loro che la sofferenza, cristianamente accettata e offerta, è atto penitenziale di altissimo valore”.
E ancora: “Il gesto dell’imposizione delle ceneri consiste nello spargere le ceneri sul capo, recitando la formula per ogni fedele. Pur senza eccessi impropri, va assicurata una materialità davvero visibile e percepibile del segno, sia quando si presentano le ceneri per la preghiera di benedizione, sia quando si impongono sul capo del fedele”.
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