I Festeggiamenti in onore di Rosalia, hanno portato in luce tanti altri aspetti poco conosciuti della vita cristiana, nella città di Palermo. Le sante Oliva, Ninfa, Agata, risplendono nell’abito nuziale della Chiesa come perle preziosissime, e il loro ricordo è benedizione per l’intero popolo di Dio. Anche nel nostro tempo, nonostante sono passati tanti secoli, queste donne posso dirci tanto. E soprattutto, la loro vita, espande ancora oggi il profumo della fede e dell’amore a Dio ed ai fratelli. Il nostro compito è ravvivare questo ricordo, affinché la santità possa continuare a brillare nella Chiesa; e dare un contributo perchè anche la società possa trovare dei punti di riferimento su cui poter costruire la città degli uomini, dove possa regnare la verità, la giustizia, l’amore, la fraternità, l’accoglienza e la pace.
Il mondo di oggi si sviluppa in un contesto multireligioso e multiculturale ed è caratterizzato dalla velocità delle comunicazioni, dalla mobilità delle persone e dall’interdipendenza. Nell’attuale contesto plurale, il ruolo importante che viene svolto dalle religioni non può essere “ignorato”. Il dialogo interreligioso, inaugurato ufficialmente dal Vaticano II, viene compreso molto gradualmente e stenta a decollare. Esso, però, viene frainteso, poiché secondo alcuni ha preso il posto dell’Annuncio cristiano, mentre secondo altri non ha valore. Vi sono poi coloro che sono perplessi. Il Concilio, ha chiaramente affermato: “è opportuno riconoscere la presenza di valori positivi non solo nella vita religiosa dei singoli credenti di altre tradizioni religiose, ma anche nelle tradizioni religiose stesse a cui appartengono. (Il dialogo) attribuisce questi valori alla presenza attiva di Dio per mezzo del Suo Verbo, mettendo in rilievo anche l’azione universale dello Spirito, che “era al lavoro nel mondo prima ancora che Cristo fosse glorificato”. Questi fattori sono come preparazione al Vangelo, ed “hanno svolto e svolgono tuttora un ruolo provvidenziale nella economia divina della salvezza”.
La Chiesa realizza il dialogo e la collaborazione con le altre fedi, testimoniando la propria, ma anche riconoscendo, preservando e incoraggiando il loro bene spirituale e morale, i loro valori culturali e sociali. L’attività missionaria della chiesa è sempre necessaria, poiché in Cristo gli elementi positivi delle altre religioni vengono perfezionati. Infatti “ogni verità e grazia vengono trovate presso le nazioni come una sorta di presenza segreta di Dio, vengono liberate da questa attività da ogni macchia di male, e vengono ricondotte a Cristo, il loro Artefice, il quale sbaraglia il potere del diavolo ed estromette la multiforme malizia del vizio. In questo modo, ogni bene seminato nelle menti e nei cuori degli uomini o nei riti e nelle culture peculiari ai vari popoli, non viene perduto, e anzi, ancor più, esso è guarito, reso nobile e perfezionato per la gloria di Dio, la sconfitta del demonio e la felicità degli uomini”.
In questo rinnovato clima di reciprocità, anche se il mondo sembra andare verso altre direzioni, dobbiamo avere la capacità di trarre dal “tesoro del Vangelo cose antiche e cose nuove”, per realizzare la fraternità universale -tanto cara a Papa Francesco-; che permette di escudere il fondamentalismo religioso e soprattutto tutto ciò aiuta a comprendere che Dio non vuole la violenza, la guerra e le divisioni, ma la concordia tra i popoli e le nazioni.
Nel contesto della Festa in onore di Santa Rosalia, abbiamo pensato di poter offrire ai lettori alcuni spiragli di lettura molto suggestivi, che possono diventare anelli di congiunzione per poter vivere meglio la fede e sviluppare quel senso di convivenza che porta alla pace e alla riconcilizione. Risulta suggestivo, riflettere in questa direzione, sulla vita di Sant’Oliva. Donna palermitana, deportata nell’attuale Tunisia all’età di 13 anni a causa della sua fede in Cristo.
Il Cristianesimo giunse in Tunisia durante il dominio romano, probabilmente già nel I secolo. Sant’Agostino affermò che inizialmente il Cristianesimo arrivò in Tunisia attraverso le comunità ebraiche di Cartagine, Susa e Utica. Nel V secolo la Tunisia fu invasa dai vandali, che erano cristiani ariani e cominciarono una repressione del cattolicesimo che durò fino al 533, quando i Bizantini sconfissero i vandali e riconquistarono la Tunisia. Nel 697 gli Arabi conquistarono Cartagine e molti cristiani si rifugiarono in Sicilia e nell’Italia meridionale. I cristiani rimasti furono lasciati liberi di professare privatamente la loro religione, ma l’affermazione dell’Islam portò al declino del cristianesimo in Tunisia. In questo clima di persecuzioni, molto probabilmente si sviluppa la vita di Oliva, che con in suo martirio, rimarrà indissolubilmente legata alla città di Tunisi.
Moschea dell’Olivo o di Oliva
Dunque, la Moschea al-Zaytuna ( in arabo), o moschea dell’Olivo o di Oliva, è la principale moschea della medina di Tunisi. Una leggenda narra che nel posto dove sorge oggi la moschea, si trovava un luogo antico di preghiera e un ulivo (in arabo tunisino zitūn). Ma la “Moschea dell’oliva” è dedicata alla Santa Oliva di Palermo. Secondo la tradizione, nel luogo presunto del martirio fu costruita una chiesa, i cui resti sono ancora oggi visibili nell’attuale Moschea “principale”. Si possono ammirare le fondamenta delle colonne della Chiesa e probabilmente anche il portico attuale, faceva parte dell’edificio sacro dedicato a santa Oliva. La Santa è particolarmente venerata (superstiziosamente) a Tunisi perché si ritiene che bestemmiandola si incorra in gravi sventure; e inoltre si crede che quando verrà rinvenuto il suo corpo l’Islam avrà fine.
Un altro segno del passaggio di Sant’Oliva a Tunisi, si può rintracciare nella Cattedrale, che fu costruita sull’area dell’antico cimitero cristiano di Sant’Antonio che fu donato dai Bey nel XVII secolo ai cristiani. Dal 27 novembre 1881, mons. Lavigerie avviò la costruzione provvisoria di una cattedrale su un pezzo di terra che non era stato adibito a cimitero e che si trovava all’angolo fra la passeggiata lungo la via marina e la strada di Algeri. La cattedrale fu inaugurata il 2 aprile 1882, mentre la prima pietra fu posta il 18 maggio 1890. E’ in questa occasione che il Cardinale dedicò l’edificio sacro ad un santo francese: san Vincenzo de’ Paoli e a una santa palermitana, Santa Oliva, poichè entrambi erano vissuti a Tunisi.
A Palermo invece, l’antico luogo di culto legato alla memoria di Sant’Oliva, patrona di Palermo e gestito dei frati minimi. Il piano di Sant’Oliva – uno tra i più vasti della città -, collocato oltre le mura e orientato verso la campagna settentrionale era a ridosso della Porta Carini luogo sacro, dove nel XI secolo erano state deposte le sacre reliquie della Vergine palermitana: Sant’Oliva. Una vecchia tradizione vuole che prima della edificazione della primitiva cappella dedicata alla Santa il suo corpo fosse stato inumato dentro un’antico pozzo, le cui acque considerate salubri e taumaturgiche venivano raccolte dal popolo in segno di devozione (ancora oggi nella Cappella dedicata alla Santa una lapide ne commemora la memoria nel punto esatto dove sorgeva il pozzo). Tutto ciò fino al 1518 quando Papa Clemente VII ne affiderà la custodia ai frati minimi di San Francesco di Paola. In tale occasione fu di vitale importanza l’iniziativa del Viceré Pignatelli che faceva ricorso alle casse del senato ed alla pubblica elemosina e del Duca di Monteleone grande benefattore dell’ordine. Inizierà così la costruzione della odierna Chiesa dedicata al Santo venerato soprattutto nel regno delle due Sicilie i cui rapporti sono narrati nei vari episodi della sua “agiografia“. Nulla rimane della vecchia costruzione che nel 1485 veniva riedificata e affidata alla “Maestranza dei sarti”. Tale chiesa aveva le caratteristiche di una struttura in linea con lo stile gotico ispanizzante del tempo.
A conclusione, riportiamo la breve agiografia di Sant’Oliva. Il nome deriva dal latino Oliba, documentato solo in avanzata età cristiana e tradizionalmente connesso con il termine oliva, variante di olea, che in latino indica sia l’albero che il suo frutto, l’oliva. Le vicende che narrano di questa santa sono tutt’altro che chiare. Oliva, sarebbe nata a Palermo nel 448 da una famiglia di cristiani. Ma questo contrasta con la leggenda che siano stati i genitori ad esiliarla a Tunisi non appena manifestò la sua fede. Altri sostengono che l’esilio sia opera del vandalo Genserico che aveva conquistato Palermo e non tollerava la fede della ragazza che si dedicava ai prigionieri. Fatto sta che la sua vicenda umana si trasferisce a Tunisi, dove il governatore Amira l’avrebbe sottoposta a varie quanto inutili torture e abbandonata nel deserto. La fede di Oliva fu provata con l’eculeo ed unghie di ferro; fu immersa tra le fiamme e nell’olio bollente, ma divinamente salvata, mentre appariva più costante nella confessione della fede, le fu amputata la testa e fu vista salire in cielo sotto forma di colomba. La sua festa si celebra il 10 giugno. Il suo attributo principale è un ramo di ulivo. Il popolo e il Senato palermitano il 5 Giugno 1606 elessero Sant’ Oliva Patrona della città con le sante Ninfa ed Agata. Fu iscritta nel Calendario Palermitano dal Cardinale Giannettino Doria nel 1611 e celebrata dalla Chiesa Palermitana fino al 1980 come Memoria Obbligatoria; dal 1981 è stata espunta dal Calendario Liturgico Regionale, ma nella Città di Palermo può essere sempre celebrata con il grado di Memoria facoltativa. Le è stata dedicata una Parrocchia della Città nel 1940, mentre il culto è vivo a Pettineo (ME ) e a Raffadali (AG), ove è Patrona principale e nella Chiesa Cattedrale di Tunisi, a lei intitolata.
Traduzione in lingua araba
di Naman Tarcha نعمان طرشة Giornalista Tv Reporter
سلطت أضواء الاحتفالات التكريمية لروزاليا على العديد من الجوانب الأخرى الغير معروفة للحياة المسيحية في مدينة باليرمو. تتألق القديسات أوليفا، نينفا وأغاتا، في ثوب الزفاف الكنسي كاللآلئ الثمينة، وتشع ذكراهم كبركة لشعب الله بأكمله. ورغم مرور قرون عديدة، يمكن لهؤلاء النساء أن يخبرونا بالكثير حتى عصرنا هذا. وبالأخص، ما تزال حياتهم تنشر عطر الإيمان والمحبة لله وللإخوة حتي اليوم. ومهمتنا هي إحياء هذه الذكرى، لتستمر القداسة داخل الكنيسة في التألق ودعم المجتمع ليجد نقاطً مرجعية يبني عليها مدينة الانسانية، حيث تسود الحقيقة، والعدالة، المحبة والأخوة، قبول الاخر والسلام.
ينمو عالم اليوم في سياق تعدد الأديان والثقافات ويتميز بسرعة التواصل وتنقل الاشخاص والاعتماد المتبادل. وفي السياق التعددي الحالي، لا يمكن “تجاهل” الدور الهام الذي تلعبه الأديان. إن الحوار بين الأديان، الذي أعتمده المجمع الفاتيكاني الثاني رسميًا، يعاني من الفهم التدريجي الكبير والبطد في التحقيقي. وللأسف يساء فهمه، فيعتقد البعض بأنه حل مكان البشارة المسيحية، بينما عند البعض الآخر أن لا قيمة له اليوم. وهناك آخرون من المشككين في جدواه. وقد ذكر المجمع الفاتيكاني بوضوح: “من المناسب الاعتراف بوجود قيم إيجابية ليس فقط في الحياة الدينية للمؤمنين الأفراد من الثقافات الدينية الأخرى، ولكن أيضًا في الثقافات الدينية ذاتها التي ينتمون إليها. يعزو (الحوار) مرجعية هذه القيم إلى حضور الله الفعّال من خلال كلمته، مسلطًا الضوء أيضًا على العمل الشامل للروح الذي “كان يعمل في العالم حتى قبل أن يتمجد المسيح”. هذه العوامل هي بمثابة التحضير للإنجيل، وقد “لعبت ولا تزال تلعب دوراً استباقياً في التدبير الإلهي للخلاص”.
تجري الكنيسة حوارًا وتعاونًا مع الديانات الأخرى، عبر الشهادة لديانتها، وأيضاً عبر الاعتراف والمحافظة وتشجيع الغنى الروحي والأخلاقي والقيم الثقافية والاجتماعية للآخرين. إن النشاط التبشيري للكنيسة ضروري دائماً، لأنه في المسيح تكتمل العناصر الإيجابية للديانات الأخرى. في الواقع “إن كل حقيقة ونعمة موجودة بين الأمم هي بمثابة حضور الله السري، وبهذا الفعل يتحررون من كل وصمة سوء، ويعودون إلى المسيح صانعهم، الذي يهزم قوة إبليس ويطرد خبث الرذيلة المتعدد الأوجه. وبهذه الطريقة، فإن كل خير يُزرع في عقول وقلوب البشر أو في الطقوس والثقافات الخاصة بمختلف الشعوب، لا يضيع ابداً، بل اكثر من ذلك، انه يُشفي، ويصبح أكثر نبلاً وكمالاً لمجد الله، هزيمة الشيطان وسعادة الإنسان”.
في هذا المناخ المتجدد بالتبادل والمعاملة بالمثل، حتى لو بدا أن العالم يتحرك في اتجاهات أخرى، يجب أن تكون لدينا القدرة على استخلاص “الأشياء القديمة والاشياء الجديدة من “جوهر الإنجيل”، لتحقيق الأخوة العالمية – العزيزة على قلب البابا فرنسيس، مما يتيح لنا استبعاد الأصولية الدينية، وقبل كل شيء، يساعدنا على فهم أن الله لا يريد العنف والحرب والانقسامات، بل يريد الوئام بين الشعوب والأمم.
في سياق الاحتفال التكريمي للقديسة روزاليا، ارتأينا أن نقدم للقراء بعض اللمحات عبر قراءات ومطالعات متميزة، والتي يمكن أن تصبح روابط من أجل عيش الإيمان بشكل أفضل وتطوير شعور التعايش الذي يؤدي إلى السلام والمصالحة. وانطلاقاً من هذا التوجه يبدو مؤثراً التأمل في حياة القديسة أوليفا. امرأة من باليرمو، تم تهجيرها وترحيلها إلى ما يعرف الآن بتونس في سن 13 عامًا بسبب إيمانها بالمسيح.
وصلت المسيحية إلى تونس خلال الحكم الروماني، في وقت مبكر من القرن الأول. وذكر القديس أوغسطينوس أن المسيحية وصلت في البداية إلى تونس عبر الجاليات اليهودية في قرطاج وسوسة وأوتيكا. في القرن الخامس، تم غزو تونس من قبل “الوندال”، وهم مسيحيون على المذهب الأريوسية وبدأوا باضطهاد الكاثوليكية حتى عام 533، عندما هزم البيزنطيون الوندال واستعادوا تونس. وفي عام 697 غزا العرب قرطاج ولجأ العديد من المسيحيين إلى صقلية وجنوب إيطاليا. تُرك المسيحيون الباقون أحراراً في ممارسة دينهم سراً، لكن رسوخ الإسلام أدى إلى تراجع المسيحية في تونس. في هذا المناخ من الاضطهاد، تطورت حياة أوليفا على الأرجح، ومع استشهادها، بقيت مرتبطة ارتباطا وثيقا بمدينة تونس.
ولذلك فإن مسجد الزيتونة (باللغة العربية) أو مسجد الزيتون، (اوليفا باللغة الايطالية) هو المسجد الرئيسي في وسط مدينة تونس. حيث تقول الأسطورة أن المكان الذي يوجد فيه المسجد اليوم، كان هناك مكان قديم للعبادة وشجرة زيتون. لذا فإن “مسجد الزيتون” مرتبط بالقديسة اوليفا (زيتونة) من باليرمو. وبحسب التقليد، فقد تم بناء الكنيسة في المكان المفترض فيه استشهادها، ولا تزال بقاياها مرئية حتى اليوم في المسجد “الرئيسي” الحالي. يمكنك الاستمتاع بأساسات أعمدة الكنيسة وربما أيضًا بالرواق الحالي، الذي كان جزءًا من المبنى المقدس المخصص للقديسة أوليفا. يتم تكريم القديسة بشكل خاص (وخرافي) في تونس لأنه يُعتقد أن التجديف عليها يتسبب في مصيبة خطيرة وعلاوة على ذلك، يُعتقد أنه سينتهي الاسلام في حال تم العثور على رفاتها.
ومن العلامات الأخرى على مرور القديسة اوليفيا إلى تونس يمكن تتبعها في الكاتدرائية التي بنيت على مساحة المقبرة المسيحية القديمة للقديس أنطونيوس والتي تبرع بها الوالي (الباي) في القرن السابع عشر للمسيحيين. في 27 نوفمبر 1881 بدأ الكردينال شارل مارسيال لافيجري في البناء المؤقت للكاتدرائية على قطعة أرض لم تكن تستخدم كمقبرة والتي كانت تقع في الزاوية على طول طريق مارينا وشارع الجزائر. تم افتتاح الكاتدرائية في 2 أبريل 1882، في حين تم وضع حجر الاساس في 18 مايو 1890. وبهذه المناسبة كرس الكاردينال المبنى المقدس لقديس فرنسي هو القديس فنسنت دي بول ولقديسة من باليرمو، هي القديسة أوليفا والذين كانا يعيشان في تونس.
اما في باليرمو، فقد اعتبر مكان العبادة القديم مزار القديسة أوليفا، حيث يديره رهبان الاخوة الاصاغر. مزار القديسة أوليفا – أحد أكبر المباني في المدينة – الواقع خارج الأسوار من جهة الريف الشمالي، كان قريبًا من بورتا كاريني، وهو مكان مقدس، حيث تم في القرن الحادي عشر وضع الرفات المقدسة لعذراء باليرمو: القديسة أوليفا. يروى بحسب تقليد قديم أنه قبل بناء الكنيسة الأصلية المخصصة للقديسة، دفن جسدها في بئر قديم، تم جمع مياهه التي تعتبر شافية وقادرة على صنع المعجزات من قبل الشعب كدليل على اكرامها (لا تزال حتى اليوم في الكنيسة المخصصة للقديسة لوحة تخليدًا لذكراها في المكان الخاص الذي يوجد فيه البئر). كل هذا حتى عام 1518 عندما عهد البابا كليمنت السابع بحراستها من قبل الاخوة الاصاغر من رهبان القديس فرانسيس دي باولا. في تلك المناسبة، كانت مبادرة بالغة الأهمية ما قام به النائب بيناتيللي الذي لجأ إلى خزائن مجلس الشيوخ والصدقات العامة ودوق مونتيليون، المتبرع الأكبر. وهكذا بدأ بناء كنيسة اليوم المخصصة للقديسة المكرمة قبل كل شيء في مملكة الصقليتين، والذي رويت احداثها في محطات مختلفة من “سيرة القديسة”. لم يتبق شيء من المبنى القديم الذي أعيد بناؤه عام 1485 وعهد به إلى جمعية “الخياطين الحرفيين”. كانت لهذه الكنيسة خصائص هيكلية تتماشى مع الطراز القوطي الإسباني في ذلك الوقت.
في الختام، نورد باختصار سيرة القديسة أوليفا. الاسم مشتق من الكلمة اللاتينية “أوليبا”، وتم توثيقه فقط في العصر المسيحي المتقدم وارتبط تقليديًا بمصطلح الزيتون، وهو نوع مختلف من الزيتون، والذي يشير في اللاتينية إلى كل من شجرة الزيتون وثمارها. القصص التي تحكي عن هذه القديسة بعيدة كل البعد عن الوضوح. ولدت أوليفا في باليرمو عام 448 لعائلة مسيحية. لكن هذا يتناقض مع الأسطورة القائلة بأن والديها هما اللذان نفياها إلى تونس بمجرد أن أشهرت إيمانها. ويؤكد آخرون أن المنفى كان من عمل المخرب جايسريك الذي غزا باليرمو ولم يستطع تحمل إيمان الفتاة التي كرست نفسها للسجناء. والواقع أن قصة حياتها انتقلت إلى تونس حيث أخضعها الوالي أميرة لمختلف أنواع التعذيب من دون جدوى وتركها في الصحراء. تم اختبار إيمان أوليفا باستخدام مخلعة المفاصل ذات الأظافر الحديدية ووضعت في النار والزيت المغلي لكنها انقذت بقدرة إلهية، وحينا بدت أكثر ثباتاً في الاعتراف بالإيمان، فقد قطع رأسها وشوهدت تصعد إلى السماء على هيئة حمامة.
يتم الاحتفال بعيدها في 10 يونيو والسمة الرئيسية لها هي غصن الزيتون. كرس الشعب ومجلس الشيوخ في باليرمو في 5 يونيو 1606 القديسة أوليفا كشفيعة للمدينة مع القديستين نينفا وأغاتا. تم ادراجها في تقويم باليرمو من قبل الكاردينال جانيتينو دوريا في عام 1611 واحتفلت بها الكنيسة في باليرمو لغاية عام 1980 كعيد الزامي، في عام 1981 تم إلغاء العيد من التقويم الطقسي الإقليمي، لكنها بقيت حاضرة دائما في ذاكرة مدينة باليرمو وتم تخصيص رعية لها في المدينة في عام 1940، بينما لا تزال ذكراها حية في بلدية بتينيو وبلدية ورفادالي، وباعتبارها الشفيعة الرئيسية للكاتدرائية تونس والتي تحمل اسمها.
Foto copertina: statua di sant’Oliva ai Quattro Canti, Palermo.
Segui Porta di Servizio
Seguici qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram di PORTA DI SERVIZIO