במשימתה האוניברסלית, הכנסייה חייבת לחיות את הבישרו המיועד ליהודים, המאמינים באל האחד, באופן שונה מזה המכוון לאלה המטיפים לאמונות אחרות או לחזיונות של העולם. במונחים קונקרטיים, משמעות הדבר היא שהכנסייה הקתולית אינה מובילה ואינה מעודדת שום שליחות מוסדית המכוונת במיוחד ליהודים. האפיפיור בנדיקטוס אמר: “עם היהודים יש דיאלוג, לא שליחות: משימה ליהודים אינה צפויה ואפילו אינה הכרחית”. אין ספק שישוע שלח את תלמידיו לכל העמים ולכל התרבויות; לכן “המנדט של המשימה הוא אוניברסלי למעט יוצא מן הכלל אחד: המשימה ליהודים לא הייתה צפויה ולא הייתה נחוצה רק משום שהם, בין כל העמים, הכירו את האל הבלתי ידוע”. באשר לישראל, מסביר בנדיקטוס השישה עשר: אין זו שאלה של שליחות אלא של דיאלוג על ההבנה והמשימה של ישוע מנצרת

הנוצרים נקראים להעיד לפני הכל על אמונתם בישוע המשיח, אפילו לפני היהודים, אך עליהם לעשות זאת בענווה וברגישות מיוחדת, מתוך הכרה שהיהודים הם נושאי הברית של האל הנאמן ודברו

עבורנו המאמינים בישוע מנצרת, ידיעת המסורת היהודית יכולה להיות משאב חשוב – “תגלית” אמיתית, לפעמים – שעוזרת לנו להבין את עצמנו באופן אותנטי יותר כחסידיו של ישוע, שהיה ותמיד יישאר יהודי. הערכים, המסורות, הרעיונות הגדולים המזהים את היהדות והנצרות הם אוצר יקר ערך לאנושות ולעולם כיום, ויש להעמיד אותם לשירותם של כולם. קדושתו וסמכותו של התנ”ך, אותם אנו מכירים יחד כדברי אלוהים בכל כך הרבה דפים, גורמים לנו לחלוק ערכים רבים, כהנחת יסוד לדיאלוג בונה

המטרה המשותפת היא להיות עדים לאהבת האל האחד לכל העולם: עבור היהודי והנוצרי, האהבה לאלוהים והשכן מסכמת את כל המצוות. יהודים ונוצרים יכולים וחייבים להרגיש את עצמם אחים ואחיות, מאוחדים על ידי אלוהים עצמו ועל ידי מורשת רוחנית משותפת ועשירה שעליה לבנות ולבנות את העתיד

פרק זה של הבשורה מזמין את המאמינים להעיד, בתחומים שונים של החיים, על הבשורה של ישוע המשיח ועל אהבתו של אלוהים לעמו. משימה זו היא אותנטית רק החל מהמרכז הבלתי משתנה שלה שהוא ישו. אין זו יוזמה של המאמינים האינדיבידואליים או של קבוצות או אפילו של צבירות גדולות, אך זוהי משימתה של הכנסייה המאוחדת ללא הפרדה לאדונה. אף נוצרי לא מכריז על הבשורה “לבדו”, אלא רק נשלח על ידי הכנסייה שקיבלה את המנדט מהמשיח עצמו. זה בדיוק הטבילה שעושה אותנו מיסיונרים. אדם שהוטבל שאינו מרגיש צורך להכריז על הבשורה, להכריז על ישוע, אינו נוצרי טוב. כולנו נקראים להכריז על האמת, על דבר האל, כדי לעזור לעולם לחיות באהבה, שלום ופיוס

La missione della Chiesa: annunciare l’amore di Dio

Nella sua missione universale la Chiesa deve vivere l’evangelizzazione rivolta agli ebrei, che credono nell’unico Dio, in maniera diversa rispetto a quella diretta a chi professa altre fedi o visioni del mondo. In concreto, vuol dire che la Chiesa Cattolica non conduce né incoraggia alcuna missione istituzionale rivolta specificamente agli ebrei. Papa Benedetto, ha precisato: con gli ebrei si fa dialogo, non missione: “una missione agli ebrei non è prevista e non è nemmeno necessaria”. Certamente il Cristo ha inviato i suoi discepoli verso tutti i popoli e tutte le culture; perciò “il mandato della missione è universale con un’eccezione: la missione agli ebrei non era prevista e non era necessaria semplicemente perché solo loro, tra tutti i popoli, conoscevano il Dio sconosciuto”. Per quanto riguarda Israele– spiega ancora Benedetto XVI-; non si tratta di missione ma di dialogo sulla comprensione e sulla missione di Gesù di Nazaret.

I cristiani sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in Gesù Cristo davanti a tutti, anche davanti agli ebrei, ma devono farlo con umiltà e particolare sensibilità, riconoscendo che gli ebrei sono portatori dell’alleanza del Dio fedele e della sua parola.

Per noi credenti in Gesù di Nazaret, la conoscenza della tradizione ebraica può essere un’importante risorsa – una vera e propria “scoperta”, talvolta – che aiuta a comprendere più autenticamente noi stessi in quanto seguaci di Gesù, che era e resterà sempre ebreo. I valori, le tradizioni, le grandi idee che identificano l’ebraismo e il cristianesimo sono un tesoro prezioso per l’umanità e il mondo d’oggi e devono essere messi al servizio di tutti. La sacralità e l’autorità della Bibbia, che insieme riconosciamo come parola di Dio in tante pagine, ci fanno condividere molti valori, come premessa per un dialogo costruttivo.

Obiettivo comune è testimoniare l’amore dell’unico Dio verso tutto il mondo: per l’ebreo come per il cristiano l’amore verso Dio e verso il prossimo riassume tutti i comandamenti. Ebrei e cristiani possono e devono sentirsi fratelli e sorelle, uniti dallo stesso Dio e da un ricco patrimonio spirituale comune, sul quale fondarsi e costruire il futuro.

Il Vangelo di Domenica, (cfr Mc 6,7-13) narra il momento in cui Gesù invia i Dodici in missione. Dopo averli chiamati per nome ad uno ad uno, “perché stessero con lui”, ascoltando le sue parole e osservando i suoi gesti di guarigione, ora li convoca di nuovo per “mandarli a due a due”, nei villaggi dove Lui stava per recarsi. E’ una sorta di “tirocinio” di quello che saranno chiamati a fare dopo la Risurrezione del Signore con la potenza dello Spirito Santo.

Questo episodio evangelico, invita i credenti a testimoniare, nei vari ambienti di vita, il Vangelo di Gesù Cristo e l’amore di Dio per il suo popolo. Questa missione è autentica solo a partire dal suo centro immutabile che è Gesù. Non è un’iniziativa dei singoli fedeli né dei gruppi e nemmeno delle grandi aggregazioni, ma è la missione della Chiesa inseparabilmente unita al suo Signore. Nessun cristiano annuncia il Vangelo “in proprio”, ma solo inviato dalla Chiesa che ha ricevuto il mandato da Cristo stesso. È proprio il Battesimo che ci rende missionari. Un battezzato che non sente il bisogno di annunciare il Vangelo, di annunciare Gesù, non è un buon cristiano. Tutti siamo chiamati a proclamare nella Verità, la Parola di Dio, per aiutare il mondo a vivere nell’amore, nella pace e nella riconciliazione.

Segui Porta di Servizio

Seguici qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram di PORTA DI SERVIZIO

Di Don Salvatore Lazzara

Don Salvatore Lazzara (1972). Presbitero dell’Arcidiocesi di Palermo, ordinato Sacerdote dal cardinale Salvatore De Giorgi il 28 giugno 1999. Ha svolto per 24 anni il suo ministero presso l’Ordinariato Militare in Italia, dove ha avuto la gioia di incontrare e conoscere tanti giovani. Ha partecipato a diverse missioni internazionali dapprima in Bosnia ed in seguito in Libano, Siria e Iraq. Ha concluso il servizio presso l’Ordinariato Militare presso la NATO-SHAPE (Bruxelles). Appassionato di giornalismo, dapprima è stato redattore del sito “Papaboys”, e poi direttore del portale “Da Porta Sant’Anna”. Ha collaborato con il quotidiano “Roma” di Napoli, scrivendo e commentando diversi eventi di attualità, politica sociale ed ecclesiale. Inoltre, ha collaborato con la rivista di geopolitica e studi internazionali on-line “Spondasud”; con la rivista ecclesiale della Conferenza Episcopale Italiana “A sua immagine”, con il quotidiano di informazione on-line farodiroma, vatican.va e vatican insider. Nel panorama internazionale si occupa della questione siriana e del Medio Oriente. Ha rivolto la sua attenzione al tema della “cristianofobia” e ai cristiani perseguitati nel mondo, nella prospettiva del dialogo ecumenico ed interreligioso con particolare attenzione agli ebrei ed ai musulmani. Conosce l’Inglese, lo Spagnolo, l’Ebraico e l’Arabo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *