Dio, chiede al suo popolo di credere in Lui

In queste ultime domeniche, la liturgia della Chiesa Cattolica, ha mostrato l’immagine carica di tenerezza di Gesù che va incontro alle folle e ai loro bisogni. Nell’odierno racconto del Vangelo (Giovanni 6,24-35), la prospettiva cambia: è la folla, sfamata da Gesù, che si mette nuovamente in cerca di Lui, va incontro a Gesù. 

Ma al Signore non basta che la gente lo cerchi, vuole che la gente lo conosca; vuole che la ricerca di Lui e l’incontro con Lui vadano oltre la soddisfazione immediata delle necessità materiali. Gesù è venuto a portarci qualcosa di più, ad aprire la nostra esistenza a un orizzonte più ampio rispetto alle preoccupazioni quotidiane del nutrirsi, del vestirsi, della carriera, e così via. 

Perciò, rivolto alla folla, esclama: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. Così stimola la gente a fare un passo avanti, a interrogarsi sul significato del miracolo, e non solo ad approfittarne. Infatti, la moltiplicazione dei pani e dei pesci è segno del grande dono che il Padre ha fatto all’umanità e che è Gesù stesso!

Egli, “pane della vita”, vuole saziare non soltanto i corpi ma anche le anime, dando il cibo spirituale che può soddisfare la fame profonda. Per questo invita la folla a procurarsi non il cibo che non dura, ma quello che rimane per la vita eterna. Si tratta di un cibo che Gesù ci dona ogni giorno: la sua Parola, il suo Corpo, il suo Sangue. 

La folla ascolta l’invito del Signore, ma non ne comprende il senso – come capita tante volte anche a noi – e gli chiede: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”. Gli ascoltatori di Gesù pensano che Egli chieda loro l’osservanza dei precetti per ottenere altri miracoli come quello della moltiplicazione dei pani. E’ una tentazione comune, questa, di ridurre la religione solo alla pratica delle leggi, proiettando sul nostro rapporto con Dio l’immagine del rapporto tra i servi e il loro padrone: i servi devono eseguire i compiti che il padrone ha assegnato, per avere la sua benevolenza. 

Questo lo sappiamo tutti. Perciò la folla vuole sapere da Gesù quali azioni deve fare per accontentare Dio. Ma Gesù dà una risposta inattesa: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato” .L’opera di Dio non consiste tanto nel “fare” delle cose, ma nel “credere” in Colui che Egli ha mandato. Ciò significa che la fede in Gesù ci permette di compiere le opere di Dio. Se ci lasceremo coinvolgere in questo rapporto d’amore e di fiducia con Gesù, saremo capaci di compiere opere buone che profumano di Vangelo, per il bene e le necessità dei fratelli.

الله، اطلب من شعبه أن يؤمن به

في أيام الأحد الأخيرة هذه، أظهرت ليتورجيا الكنيسة الكاثوليكية الصورة المشحونة بحنان يسوع الذي يذهب لتلبية الحشود واحتياجاتهم. في رواية اليوم للإنجيل (يوحنا 6: 24-35)، يتغير المنظور: فالجمهور، الذي يغذيه يسوع، هو الذي يشرع مرة أخرى في طلبه، يذهب لمقابلة يسوع

ولكن لا يكفي الرب أن يسعى الناس إليه، فهو يريد أن يعرفه الناس؛ ويريد أن يتجاوز البحث عنه واللقاء معه تلبية الاحتياجات المادية على الفور. جاء يسوع ليجلب لنا شيئًا أكثر، لفتح وجودنا في أفق أوسع من الاهتمامات اليومية للتغذية وارتداء الملابس والوظيفة وما إلى ذلك

لذلك، في مواجهة الجمع، قال: «لا تطلبني لأنك رأيت علامات، بل لأنك أكلت من تلك الأرغفة وملأت». إنه يشجع الناس على المضي قدمًا، والتشكيك في معنى المعجزة، وليس فقط الاستفادة منها. وفي الواقع، ان تكاثر الارغفة والسمك علامة على الهبة العظيمة التي اعطاها الآب للبشرية والتي هي يسوع نفسه

فهو «خبز الحياة» لا يريد ان يشبع الاجساد فحسب، بل ايضا النفوس، فيعطي طعاما روحيا يشبع الجوع العميق. لهذا السبب، يدعو الجمع ليس للحصول على طعام لا يدوم، ولكن ما تبقى للحياة الأبدية. إنه طعام يقدمه لنا يسوع كل يوم: كلمته، جسده، دمه

يسمع الجمهور دعوة الرب، لكنه لا يفهم معناها – كما نفعل غالبًا – ويسأله: «ماذا يجب أن نفعل لأعمال الله؟». ويعتقد سامعو يسوع انه يطلب منهم ان يراعوا هذه الاصول ليحصلوا على عجائب اخرى مثل تكاثر الارغفة. من الإغراءات الشائعة، هذا، اختزال الدين فقط في ممارسة القوانين، وإبراز علاقتنا بالله صورة العلاقة بين الخدم وسيدهم: يجب على الخدام أداء المهام التي كلفهم بها السيد، ليحظوا بإحسانهكلنا نعرف هذا. لذلك يريد الجمع ان يعرفوا من يسوع الافعال التي يجب ان يفعلها لإرضاء الله. ولكن يسوع يعطي جوابا غير متوقع: «هذا عمل الله: ان تؤمن به الذي ارسله». ان عمل الله ليس في «فعل» الاشياء، بل في «الايمان» بالمحكوم عليه، وهذا يعني ان الايمان بيسوع يمكِّننا من القيام بأعمال الله. إذا سمحنا لأنفسنا بالمشاركة في علاقة المحبة والثقة هذه مع يسوع، فسنكون قادرين على القيام بأعمال صالحة تشم رائحة الإنجيل، من أجل خير وحاجات إخواننا

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Di Don Salvatore Lazzara

Don Salvatore Lazzara (1972). Presbitero dell’Arcidiocesi di Palermo, ordinato Sacerdote dal cardinale Salvatore De Giorgi il 28 giugno 1999. Ha svolto per 24 anni il suo ministero presso l’Ordinariato Militare in Italia, dove ha avuto la gioia di incontrare e conoscere tanti giovani. Ha partecipato a diverse missioni internazionali dapprima in Bosnia ed in seguito in Libano, Siria e Iraq. Ha concluso il servizio presso l’Ordinariato Militare presso la NATO-SHAPE (Bruxelles). Appassionato di giornalismo, dapprima è stato redattore del sito “Papaboys”, e poi direttore del portale “Da Porta Sant’Anna”. Ha collaborato con il quotidiano “Roma” di Napoli, scrivendo e commentando diversi eventi di attualità, politica sociale ed ecclesiale. Inoltre, ha collaborato con la rivista di geopolitica e studi internazionali on-line “Spondasud”; con la rivista ecclesiale della Conferenza Episcopale Italiana “A sua immagine”, con il quotidiano di informazione on-line farodiroma, vatican.va e vatican insider. Nel panorama internazionale si occupa della questione siriana e del Medio Oriente. Ha rivolto la sua attenzione al tema della “cristianofobia” e ai cristiani perseguitati nel mondo, nella prospettiva del dialogo ecumenico ed interreligioso con particolare attenzione agli ebrei ed ai musulmani. Conosce l’Inglese, lo Spagnolo, l’Ebraico e l’Arabo.

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