Non era un match che si sarebbe giocato ad armi pari quello tra Angela Carini contro la pugile intersessuale algerina Imane Khelif, esclusa dagli ultimi Mondiali per i livelli elevati di testosterone e – come precisato in quell’occasione dall’International Boxing Association – per la presenza di cromosomi del sesso biologico maschile nel test del Dna. Un dettaglio, questo, che alle Olimpiadi di Parigi – dove già alla cerimonia di apertura è stato ampiamente dimostrato che è possibile fare tutto – non è stato tenuto in considerazione.

Nonostante le premesse, supportate da polemiche contraddittorie e ideologiche, la pugile italiana aveva deciso di salire ugualmente sul ring per affrontare l’avversaria, ma dopo i primi secondi la giovane italiana ha deciso di interrompere la gara. «Ero salita sul ring – spiega in lacrime Angela – per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta» (Ansa).

«Domani alle Olimpiadi – aveva dichiarato don Maurizio Patriciello, il parroco anti-camorra di Caivano – si consumerà una grave ingiustizia nel silenzio generale. La nostra Angela Carini dovrà affrontare la pugile Imane Khelif e rischia di farsi molto male perché l’avversaria ha la forza di un uomo» (Ansa).

Don Patriciello, al Corriere del Mezzogiorno aveva chiaramente sottolineato: «Dobbiamo difendere Angela, è assurdo che nessuno parli, né il Coni né i nostri politici»; «Salviamo Angela Carini dalla pugile trans: è nata uomo, è più forte di lei, la massacrerà».

«Qui l’ideologia e la religione non c’entrano nulla. Qui – aveva precisato Patriciello – c’è un problema pratico che viene sottolineato da medici e sportivi onesti: la massa muscolare e la forza fisica che possiede quell’atleta non è paragonabile a quella di una donna».

Il Parroco di Caivano, sul Corriere del Mezzogiorno, preoccupato, concludeva «Dio non voglia domani succeda qualcosa ad Angela, con quale coraggio i dirigenti sportivi delle Olimpiadi consentono questo? E le femministe perché non intervengono in difesa di una ragazza che rischia tanto? Io lancio un appello ad Angela Carini: domani non salire su quel ring. Capisco i sacrifici che hai fatto per arrivare alle Olimpiadi. Ma non rischiare la vita. Lascia perdere, sottraiti a questa follia». 

Angela Carini – apprezzabile per l’audacia e l’attaccamento al tricolore – ci ha provato, e poi saggiamente ha deciso di non proseguire il match. Purtroppo, la partita da giocare oggi nel mondo è un’altra!

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.

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