Si è svolto ieri sera presso il salone Benedetto XVI della Basilica Santuario di Altavilla Milicia un interessante incontro formativo – a cura del professor Michelangelo Nasca, giornalista e docente di teologia dogmatica della Scuola Teologica di Base di Palermo – con lo scopo di sensibilizzare il gruppo dei lettori della Parola sulla importanza spirituale del servizio della proclamazione delle letture nelle celebrazioni della vita liturgica della Basilica.

Tale intervento è stato pensato da don Emilio Cannata e don Salvatore Lazzara per preparare il gruppo dei lettori alle prossime celebrazioni in santuario: Messa di saluto dell’amato parroco e rettore del santuario, monsignor Salvatore Priola, che con molta cura nel novennio del suo mandato ha insistito molto e si è speso per la formazione dei fedeli laici, e anche in vista dell’avvicendamento e accoglienza del nuovo rettore monsignor Giosuè Lo Bue.

È stato più che mai proficuo ascoltare le parole del professor Nasca, che hanno risvegliato e sottolineato la funzione del lettore: raggiungere e toccare il cuore del fedele senza travisamenti o sovrapposizioni; senza teatralizzazioni, modulazione errata della voce o libere interpretazioni personali.

Don Salvatore Lazzara, presente all’incontro, ha anche puntualizzato l’aspetto della recita della preghiera dei salmi, come sublime incontro divino con l’uomo, e la funzione di aiuto e servizio del lettore a beneficio dell’assemblea, senza vantare ruoli di memorie storiche o altro.

L’intento è quello di procedere con laboratori di formazione. Anche don Emilio Cannata, liturgista, ha offerto interessanti spunti sugli aspetti pratici ed organizzativi del buon funzionamento del servizio, e sui gesti del lettore della Parola, spiegando che il servizio del lettore è importante per la vita della Chiesa, un compito nobilissimo e al contempo delicato. Esige preparazione liturgica, spirituale e vocale. Proclamare la Parola di Dio non è la stessa cosa che leggere il giornale. Non è sufficiente aver messo a frutto il sillabario.  Compito del lettore è quello di proclamare la Parola di Dio nelle celebrazioni liturgiche, e occorre ricordare che l’annuncio della Parola costituisce l’elemento eminente della missione della Chiesa, per espressa volontà di Gesù: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16, 15).

Nella parola di Dio si radica e si alimenta la fede. La proclamazione liturgica delle letture, infatti, – ricordava Papa Francesco durante l’Udienza Generale del 31 gennaio 2018 – «esprime e favorisce la comunione ecclesiale, accompagnando il cammino di tutti e di ciascuno. […] È il Signore che ci parla. Sostituire quella Parola con altre cose impoverisce e compromette il dialogo tra Dio e il suo popolo in preghiera. Al contrario, [si richiede] la dignità dell’ambone e l’uso del Lezionario, la disponibilità di buoni lettori e salmisti. Ma bisogna cercare dei buoni lettori!, quelli che sappiano leggere, non quelli che leggono [storpiando le parole] e non si capisce nulla. E’ così. Buoni lettori. Si devono preparare e fare la prova prima della Messa per leggere bene. E questo crea un clima di silenzio ricettivo». E nel febbraio 2018, il Pontefice, ulteriormente precisava: «Ognuno di noi quando va a Messa ha il diritto di ricevere abbondantemente la Parola di Dio ben letta, ben detta e poi, ben spiegata nell’omelia. È un diritto! E quando la Parola di Dio non è ben letta, non è predicata con fervore dal diacono, dal sacerdote o dal vescovo si manca a un diritto dei fedeli. Noi abbiamo il diritto di ascoltare la Parola di Dio. Il Signore parla per tutti, Pastori e fedeli. Egli bussa al cuore di quanti partecipano alla Messa, ognuno nella sua condizione di vita, età, situazione. Il Signore consola, chiama, suscita germogli di vita nuova e riconciliata. E questo per mezzo della sua Parola. La sua Parola bussa al cuore e cambia i cuori!».

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Di Maria Concetta Bottino

Docente di teologica nella Scuola Teologica di Base "San Luca Evangelista" dell'Arcidiocesi di Palermo.