Le celebrazioni in onore della Madonna della Milicia hanno inizio con l’ottavario, che da alcuni anni si svolge in forma comunitaria. Ogni sera, dopo la Santa Messa, la comunità parrocchiale porta una copia del quadro della Madonna per le vie del paese, recitando il Rosario e cantando le lodi della Santa Vergine. Per tale circostanza, Portadiservizio pubblicherà le riflessioni dettate da don Salvatore Lazzara.

Carissimi Fratelli e sorelle,

Ieri, nella Celebrazione Eucaristica abbiamo dato il nostro affettuoso saluto a Don Salvo Priola, sacerdote secondo il cuore di Dio, che ha seminato nel giardino di questa comunità l’amore del Signore Gesù. In questi anni, siamo stati contagiati dalla sua fede e soprattutto i suoi continui richiami all’amore di Dio, hanno edificato questa comunità cristiana, come Famiglia tra le famiglie.

Don Salvo, come le Vergini di cui abbiamo sentito parlare nel Vangelo, ha conservato l’olio delle lampade, per essere pronto ad incontrare lo sposo, che noi nell’Apocalisse contempliamo come l’agnello immolato a cui tutti gli uomini della terra innalzano l’inno di lode e di ringraziamento.

Ed ecco, questo olio, non lo ha conservato solo per se stesso, non è stato come l’uomo stolto o le vergini distratte, ma lo ha condiviso con la fede, e il sorriso, affinchè tutti potevamo avere la gioia di andare incontro a Cristo Signore, nella speranza e nell’amore.

Custodire l’olio, come le vergini, significa anche conservare la fede. Ed ecco, che da questa espressione usata da San Paolo nella seconda lettera a Timoteo:  “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”, nasce la riflessione che ci guidarà in questi giorni di preparazione alla grande festa della Madre del Signore che noi amiamo chiamare affettuosamente: Madonna della Milicia.

Conservare la fede, tra gli sconvolgimenti del mondo, tra i cambiamenti culturali e sociali, non è semplice. Richiede pazienza e perseveranza. In questi ultimi tempi quanti venti, quante tempeste, quanti terremoti, hanno scosso la nostra fede, facendoci dubitare della presenza del Signore e della Vergine Maria!

La prova della vita in definitiva è proprio questa: conservare la fede, nonostante tutto ci dice di non conservarla o peggio di cambiarla. Nonostante attraversiamo i fiumi delle incertezze e delle domande senza risposte, questa sera siamo qui, dinanzi alla Vergine Maria, per rinnovare il cammino della nostra fede, e per cercare quelle risposta che dona quiete al cuore.

Era usanza fra gli ebrei che lo sposo si presentasse di notte alla casa della sposa, che era in compagnia delle sue damigelle. All’annuncio che lo sposo si stava avvicinando le damigelle uscivano con le lampade per illuminare la strada allo sposo che arrivava in casa per i festeggiamenti.

Nella parabola le vergini rappresentano i credenti, e lo sposo rappresenta Cristo. Dunque, le vergini avvedute sono coloro che «hanno accettato la verità, e hanno preso lo Spirito Santo come guida, e non sono stati ingannati».

Nella Bibbia l’immagine del matrimonio viene usata per rappresentare la venuta del Signore (Isaia 62:5; Matteo 22:1–14). I matrimoni fra gli ebrei prevedevano che fosse annunciato l’arrivo dello sposo alla casa della sposa. Il matrimonio di solito aveva inizio di sera e all’imbrunire le lampade facevano luce. La mezzanotte era più tardi di quando le dieci vergini aspettavano lo sposo—e l’annuncio arrivò all’improvviso. Noi non conosciamo il momento della seconda venuta di Cristo, ma dobbiamo prepararci come se dovesse venire in qualsiasi momento, che sia presto o tardi.

Ed ora passiamo alle lampade e all’olio: le lampade a olio usate dagli ebrei al tempo di Gesù erano chiamate col nome del re Erode.

Il corpo della lampada era fatto d’argilla modellato dal vasaio sul tornio.

Il beccuccio o ugello era fatto con uno stampo.

Il manico era sagomato a mano e poi attaccato alla lampada.

Uno stoppino fatto di fibre di lino o un gambo di giunco veniva infilato nel beccuccio e la lampada riempita con olio d’oliva. Quando lo stoppino aveva assorbito l’olio la lampada veniva accesa.

Le lampade permettevano alle persone di portare la luce ovunque andavano. Allo stesso modo, anche noi dobbiamo portare sempre con noi la luce del Vangelo, affinchè, le tenebre che ci circondano e soprattutto quanti sono immersi nelle tenebre e nell’ombra della morte, possano tornare alla luce ed entare nel regno di Dio. Ma chi sono questi uomini, donne, anziami bambini che vivono nelle tenebre?

Ed ora passiamo all’olio: le olive prima venivano immerse nell’acqua per pulirle e eliminarne l’amaro, quindi venivano schiacciate per estrarne l’olio. L’olio d’oliva, che era prodotto in tutte le regioni del Mediterraneo, anticamente veniva usato per molti scopi: cibo, olio per cucinare, condimento, curativo per le piaghe, ingrediente nei prodotti di cosmetica e nei saponi, combustibile per le lampade. L’olio della parabola, invece, rappresenta la nostra fede e la nostra testimonianza, la purezza e la consacrazione, le buone opere, l’osservanza delle alleanze—tutte condizioni nelle quali abbiamo “preso lo Spirito Santo come guida” (DeA 45:57). Ed ecco perché le vergini sagge, non potevano dividere il loro olio con le vergini stolte perché “l’olio della preparazione spirituale non può essere condiviso”.

Dunque, i vasi della parabola erano i contenitori per riporvi dell’olio in più. Essere saggi significa essere preparati all’imprevisto e avere una misura extra di fede, testimonianza e Spirito. Alcune volte ci sentiamo soddisfatti di noi e riteniamo di avere a sufficienza per andare avanti nella vita. Ma seguire il Salvatore significa di più che semplicemente cavarsela. Significa sforzarsi per avvicinarsi a Lui, preparandoci per quei momenti in cui la nostra pazienza, fede e testimonianza saranno messe alla prova.

Dunque, le vergini, sono donne, amiche della Sposa che attendono con trepidazione l’arrivo dello Sposo per festeggiare l’amore e la fedeltà. Dicevano i padri della Chiesa che Maria è Vergine non solo perché ha detto “Si” all’Angelo, ma soprattutto perché ha ha sfidato le convizioni del suo tempo, ed ha conservato la fede.

Oggi, sentiamo parlare di diritti delle donne, di diritti negati, perché i modelli che abbiamo seguito fino ad ora sono oscurantisti e medievali, di utero in afftto, di donne emancipate che hanno diritto di sceglire sul loro corpo, insomma le ideologie imperanti, cercano in tutti i modi di costruire una nuova società, partendo proprio dalle donne, e scimmiottando la vera natura della creazione per raggiungere i loro perfidi scopi.

Noi, però abbiamo un’altra misura, che è Gesù Cristo, e solo perseverando con lui, conserveremo la nostra fede e costruiremo non il mondo delle voglie e dei desideri, ma il regno di Dio, in cui le donne a partire da quelle dell’Antico testamento, passando per Maria Vergine, Elisabetta, le donne che seguivano Gesù, e tutte le donne che nel corso dei secoli hanno dato testimonianza a Cristo anche a costo della vita: Madre Teresa, Santa Teresina, Santa Giovanna Berretta Molla, Santa Caterina da Siena, Priscilla, Santa Oliva, Santa Rosalia, ecc.. e tante altre di cui i nomi sono incisi nel libro della vita; e poi per arrivare ai nostri giorni, non possiamo dimenticare le innumerevoli donne, spose, mogli e madri, vendute per pochi dollari ad uomini senza dignità, donne ridotte alla schiavitù, donne che per difendere la propia famiglia e la fede in Cirsto, sono state sgozzate, ammazzate e trucidate, come quella donna anonima di cui nessun giornale si è occupato, a cui i terroristi in odio alla fede dopo averla violentata gli hanno conficcato nel grembo il Crocifisso. Cosa hanno fatto di speciale? Nulla, hanno soltanto “conservato la fede”, e non si sono lasciate affascinare dai lupi vestiti da agnelli, e soprattutto non hanno ceduto alla intelligenza di questo mondo che invece di portare alla vera vita, porta alla perdizione.

“Dov’è il sapiente? – si chiede questa sera San Paolo-, Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione”.

Cari amici, guardiamo l’esempio della Madonna,  la Vergine saggia e fedele, che con il suo SI ha confuso i sapienti e i dotti, ed ha partorito per la salvezza del mondo il Salvatore della vita! Invochiamola con fiducia! Lei stella del mattino e rifugio dei peccatori, continui a distribuire per noi l’olio della fede e dell’amore, e per questo cantiamo.

Foto: Achille Scaravalle

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Di Don Salvatore Lazzara

Don Salvatore Lazzara (1972). Presbitero dell’Arcidiocesi di Palermo, ordinato Sacerdote dal cardinale Salvatore De Giorgi il 28 giugno 1999. Ha svolto per 24 anni il suo ministero presso l’Ordinariato Militare in Italia, dove ha avuto la gioia di incontrare e conoscere tanti giovani. Ha partecipato a diverse missioni internazionali dapprima in Bosnia ed in seguito in Libano, Siria e Iraq. Ha concluso il servizio presso l’Ordinariato Militare presso la NATO-SHAPE (Bruxelles). Appassionato di giornalismo, dapprima è stato redattore del sito “Papaboys”, e poi direttore del portale “Da Porta Sant’Anna”. Ha collaborato con il quotidiano “Roma” di Napoli, scrivendo e commentando diversi eventi di attualità, politica sociale ed ecclesiale. Inoltre, ha collaborato con la rivista di geopolitica e studi internazionali on-line “Spondasud”; con la rivista ecclesiale della Conferenza Episcopale Italiana “A sua immagine”, con il quotidiano di informazione on-line farodiroma, vatican.va e vatican insider. Nel panorama internazionale si occupa della questione siriana e del Medio Oriente. Ha rivolto la sua attenzione al tema della “cristianofobia” e ai cristiani perseguitati nel mondo, nella prospettiva del dialogo ecumenico ed interreligioso con particolare attenzione agli ebrei ed ai musulmani. Conosce l’Inglese, lo Spagnolo, l’Ebraico e l’Arabo.