L’Arcidiocesi di Palermo ha pubblicato il nuovo “Progetto catechistico diocesano per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi“, un documento – da tempo studiato e revisionato – che in 48 pagine presenta, chiarisce e interroga circa il nuovo percorso catechetico elaborato sulla base dei criteri presentati dagli Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia nel documento Cei “Incontriamo Gesù”.

Nell’introdurre il nuovo documento, l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, invita a non scoraggiarsi di fronte alle novità di questo nuovo percorso di formazione cristiana per i fanciulli e i ragazzi. «Non possiamo limitarci – afferma monsignor Lorefice – ad essere tristi seppellitori di un passato che aizza la nostra nostalgia: le “aule” piene per preparare ai sacramenti gli “alunni” del catechismo. […] La nostra paura – comprensibile nel cambiamento – va gestita, in vista di un rinnovamento necessario per il futuro della vita e della missione della Chiesa in questo tempo».

Il Progetto catechistico diocesano per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei giovani – dice don Angelo Tomasello, direttore dell’Ufficio diocesano per la Catechesi – «è uno strumento che nasce dal desiderio profondo che le nostre comunità ecclesiali tornino ad essere grembi generativi».

«Non è un progetto calato dall’alto – spiega Don Giuseppe Vagnarelli, direttore dell’Ufficio Pastorale -, ma che ci chiede il duc in altum, di prendere il largo e gettare ancora le reti, non accontentandoci del “si è sempre fatto così”. Il cambiamento che ci è chiesto è tale che dobbiamo sforzarci di abbandonare un certo immaginario e il suo vocabolario: iscrizioni, anni di durata, frequenza delle lezioni, seconda o terza elementare, la maestra del catechismo, la lezione di un’ora o un’ora e mezza, l’appello, il registro, il timbro sul tesserino se vai a Messa da un’altra parte… sono otri ormai vecchi, nei quali non possiamo mettere il vino nuovo! Qui si parla di un percorso che prevede delle tappe, scandite da momenti e riti di passaggio, nei quali imparare ed esercitarsi a vivere da discepoli di Gesù, e lungo il quale i Sacramenti non sono traguardi o premi. Il fine è prepararsi alla vita, con le sue grandi domande e sfide, affinché la gioia dell’appartenenza a Cristo nella Chiesa non si esaurisca in una bella festa».

Il percorso

Nel nuovo documento si annuncia un percorso articolato in 3 tempi, con una durata di cinque anni, normalmente dai 7 ai 12 anni, durante il quale i bambini ricevono i Sacramenti come tappe celebrative forti nell’ambito di un cammino più ampio. I primi tre anni del percorso non prevedono celebrazioni dei Sacramenti, ma l’avvio, prima, e la prosecuzione, dopo, della catechesi nel ritmo ordinario della vita cristiana. Nel quarto e nel quinto anno si celebreranno i sacramenti della Cresima, della Prima Comunione e della Penitenza.

Il coinvolgimento dei genitori

Un’altra importante novità metodologica non riguarda solo i bambini ma l’intero nucleo familiare. Il percorso di catechesi, infatti «coinvolge tutta la famiglia, riproponendo agli adulti la fede e iniziando i bambini alla vita cristiana. Non si tratta, però – precisa il documento –, di qualche incontro sporadico con i genitori, parallelo agli incontri dei fanciulli, ma di un itinerario integrato e armonico, nel rispetto dei tempi di ciascuno, che veda gli adulti coinvolti sia come destinatari dell’annuncio che come soggetti attivi nella trasmissione della fede ai figli».

Ritornano i padrini e le madrine

Un’altra novità riguarda il ruolo dei padrini e delle madrine che, insieme ai genitori, hanno la responsabilità di collaborare con loro per accompagnare i bambini e i giovani loro affidati. «Grande cura – recita il documento – andrà, quindi, riservata a quanti, all’interno dell’ambiente familiare o comunitario, possono essere scelti per rivestire tale ruolo. Per questo la scelta del padrino e della madrina va fatta curando che sia persona matura nella fede, rappresentativa della comunità, ritenuta idonea dal parroco, capace di accompagnare nel cammino verso i sacramenti e di seguire nel resto della vita con il sostegno e l’esempio». In tal senso verrà chiesta una reale e concreta partecipazione dei padrini e delle madrine a questo nuovo itinerario di formazione, cosicché, insieme ai genitori, possano avere «modo di riflettere sull’assunzione di responsabilità connessa con questo ruolo e sulla loro testimonianza di fede».

I catechisti

Un’ulteriore nota metodologica riguarda i catechisti che, secondo i contenuti del nuovo documento, hanno il preciso compito di invitare i discenti a fare esperienza di vita cristiana. Il catechista «non ha solo obiettivi didattici da raggiungere, ma esperienze da proporre»; inoltre – si precisa nel documento – «sarà fondamentale andare più decisamente verso un modello meno autoreferenziale, in primo luogo incentivando la collaborazione dei catechisti di una parrocchia, in modo che tutti i catechisti abbiano cura di tutti i bambini e delle loro famiglie».

Allegati:
Progetto catechistico diocesano per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei giovani
Disposizioni transitorie per l’anno 2024/2025

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.