Spiegare il nuovo percorso catechistico dell’arcidiocesi di Palermo, fugare dubbi e timori, scambiare idee e proposte, adottare linee guida omogenee fra le parrocchie della stessa zona, mettere in rete catechisti e operatori pastorali per preparare al meglio un anno di transizione lavorando su famiglie e comunità.
L’assemblea fra comunità
Si è tenuta ieri sera, presso la parrocchia di santa Caterina da Siena, a Palermo, la riunione indetta dai parroci della quinta zona pastorale del Primo vicariato che comprende le comunità dei quartieri di Villagrazia e Falsomiele, indetta dai parroci e aperta a catechisti e componenti dei consigli pastorali delle parrocchie.
Il nuovo progetto catechistico
Un’occasione per spiegare meglio il progetto catechistico per l’iniziazione cristiana di bambini e fanciulli che, per volere dell’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, partirà ufficialmente dall’autunno del 2025, lasciando quest’anno come transitorio e di preparazione.
Un anno in cui non si potranno prendere le “classiche” iscrizioni ma che dovrà essere in qualche modo propedeutico al percorso vero e proprio che partirà successivamente. L’idea di fondo è di adottare percorsi e linguaggi comuni nella zona pastorale, senza sminuire l’identità e le peculiarità delle singole parrocchie ma evitando il “nomadismo” dei fedeli.
Linguaggi innovativi
Il nuovo percorso è infatti profondamente innovativo non solo per le famiglie ma anche per le parrocchie. Non si tratterà solo di una fusione tra cammini diversi per ricevere prima comunione e cresima ma di un percorso graduale, modellato su quello catecumenale, che aiuti i bambini e soprattutto le famiglie a riscoprire la propria fede e a vivere l’appartenenza alla Chiesa.
Implicito, quindi, dover abbandonare schemi usati per decenni e puntare su linguaggi, strumenti e modelli completamente nuovi; cosa che, inevitabilmente, richiederà un considerevole sforzo ai catechisti e alle intere comunità, chiamati a “reinventarsi” nell’ottica di una catechesi non più scolastica ma esperienziale, che più che mirare alle nozioni conduca all’incontro con Dio.
In una sala gremita si sono così ritrovati il vicario, don Giuseppe Sunseri, parroci e operatori pastorali della zona che comprende santa Caterina da Siena, Maria Santissima del buon consiglio, Maria Santissima delle Grazie, Maria Santissima di Pompei, san Giovanni Maria Vianney, san Giuseppe, san Luca evangelista, san Pio X, santa Maria di Gesù e Sacro Cuore.
Il progetto della zona pastorale
Nel corso dell’assemblea diocesana del 27 e 28 settembre arriveranno indicazioni più precise, specie sul come realizzare questo anno di passaggio insieme alle famiglie, anche se l’idea di massima è basata su alcuni incontri da realizzare col passare dei mesi, con cinque tematiche, oltre a una continua formazione dei catechisti.
Nel frattempo le parrocchie della quinta zona pastorale creeranno due équipe, ognuna costituita da due rappresentanti per comunità: una studierà il percorso con incontri mensili, a partire da novembre, rivolti alle famiglie che hanno figli che frequentano la seconda e la terza elementare (quindi di 7 o 8 anni); l’altra si occuperà di incentivare la cooperazione tra parrocchie, nel solco sinodale, con ritiri, attività e incontri formativi.
Un’esigenza, quella di un nuovo progetto catechistico, che scaturisce da un dato di fatto: nonostante i grandi sforzi le parrocchie si svuotano e molte famiglie, dopo la prima comunione dei figli, non le frequentano più. Una realtà comune e spesso frustrante su cui la Chiesa di Palermo prova a intervenire.
Uno sforzo che non è isolato: l’idea di un ripensamento della catechesi è della Conferenza episcopale italiana e risale addirittura a dieci anni fa, quando nel 2014 vennero pubblicati gli “orientamenti Cei per l’annuncio e la catechesi in Italia: Incontriamo Gesù”. Un invito accolto da diverse diocesi italiane e siciliane che hanno iniziato a ripensare l’iniziazione, come accaduto ad Agrigento e come sta avvenendo a Catania e in via sperimentale a Monreale.
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