Percorrendo lo storico quartiere palermitano dell’Albergheria, il nostro instancabile professore Baldo Lo Cicero sosta nell’omonima piazza per osservare e fotografare la chiesa di San Francesco Saverio, edificio legato alla Casa della terza probazione (1633) dove i giovani Gesuiti si preparavano alla professione del quarto voto.
Guidata dal gesuita, architetto e direttore dei lavori, Angelo Italia, la chiesa fu costruita tra il 1685 ed il 1710. Ispirato agli edifici borrominiani di Roma, l’esterno è caratterizzato da un’ampia cupola, accompagnata simmetricamente da altre quattro cupolette minori.
«L’interno – precisa Giuseppe Bellafiore – rivela nella sua pianta uno studio attento e rigoroso del complesso equilibrio spaziale: sul semplice impianto di una croce greca absidata, s’annicchiano, ai quattro angoli altrettante cappelle che inscrivono ciascuna un esagono regolare. Ai vertici di ogni esagono sei robuste colonne doriche accolgono lo slancio della spaziosa cupola per tramite di ampi pennacchi traforati. È questa un’architettura di ricca e pur disciplinata fantasia» (Palermo. Guida della città e dei dintorni, Edizione Susanna Bellafiore).
Nella chiesa sono presenti alcune importanti opere d’arte: il quadro di san Calcedonio di Gaspare Serenario (1754), con decorazione pittorica e scultorea di Tommaso Maria Sciacca (sec. XVIII); il cinquecentesco Crocifisso ligneo, cappella di S. Ignazio con decorazioni in marmi mischi della metà del sec. XVIII; cappella con il Crocifisso reliquiario ligneo settecenteschi; il quadro di santa Rosalia, di cui fu autore il fiammingo Geronimo Gerardi; la pala dell’altare maggiore, realizzata da Rosalia Novelli, figlia di Pietro Novelli.
L’altare maggiore fu disegnato da Marino Garsia (1735); la statua lignea di san Michele Arcangelo è opera del trapanese Antonio Rallo (1684), mentre la tela della Sacra Famiglia è seicentesca. Le decorazioni in marmi mischi della cappella dedicata a san Francesco Saverio, sono state eseguite dal 1741 al 1743 da Baldassare e Giacomo Pennino e da Vincenzo Vitaliano che modellò i putti. Il quadro di san Francesco Saverio e quello dell’Immacolata sono opere novellesche.
Foto: © Baldo Lo Cicero
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