Papa Francesco nell’udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, approva i voti favorevoli della Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi, Membri del Dicastero, ed estende alla Chiesa universale il culto delle Beate Teresa di Sant’Agostino (al secolo: Maria Maddalena Claudia Lidoine) e 15 compagne dell’Ordine delle Carmelitane Scalze di Compiègne, martiri, uccise in odium Fidei il 17 luglio 1794, a Parigi (Francia), iscrivendole nel catalogo dei Santi.

Nel Luglio del 1789 l’inizio della Rivoluzione francese portò alla soppressione degli Ordini religiosi. Sedici Carmelitane Scalze del monastero dell’Incarnazione di Compiègne (Francia) rifiutarono di abbandonare l’abito monastico e, offrendosi in olocausto a Dio, professarono un solenne e particolare atto di consacrazione.

Cacciate inizialmente dal proprio monastero, le sedici Carmelitane continuarono la loro vita di preghiera divise in quattro gruppi sparsi per la città. Scoperte e denunciate, furono condotte a Parigi il 13 luglio 1794 e rinchiuse nel carcere della Conciergerie.

Trascorsero in carcere – cantando e lodando il Signore e la Vergine Madre – la solennità della Madonna del Carmine del 16 luglio. Il giorno dopo, con giudizio sommario furono condannate a morte dal tribunale rivoluzionario per la loro fedeltà a Dio, considerato dai rivoluzionari “fanatismo”.

Il 17 luglio del 1794 – tra due ali di folla incredula e silenziosa – le sedici Carmelitane Scalze furono accompagnate al patibolo in una carretta, mentre cantavano con sorprendente e gioiosa convinzione il Miserere, la Salve Regina e il Te Deum.

Una dopo l’altra, le coraggiose Carmelitane – al canto del Veni Creator Spiritus, e dopo aver rinnovato davanti alla Priora la loro professione religiosa – vennero crudelmente ghigliottinate. L’ultima ad essere martirizzata fu la priora, Teresa di S. Agostino.

Papa Pio X beatificò le Martiri carmelitane di Compiègne il 27 maggio 1906, fissandone la memoria liturgica il 17 luglio, e il 18 dicembre 2024 Papa Francesco ne decreta la canonizzazione equipollente.

Canonizzazione formale

Come ricordato da padre Sergio La Pegna, dei Padri della Dottrina Cristiana, «giuridicamente, una canonizzazione è una sentenza sulla santità del beato che porta alla venerazione come santo in tutta la Chiesa.

Tale sentenza può essere espressa in due modi: in modo formale, con la formula prevista proclamata dal Pontefice durante un rito, oppure in maniera equipollente, senza cerimonie o particolari procedure» (Osservatore Romano del 25 marzo 2022).

«La canonizzazione formale – precisa La Pegna – si ha in seguito all’approvazione da parte del Papa di un miracolo avvenuto dopo la beatificazione del candidato e dopo che sia stato celebrato un Concistoro ordinario durante il quale il Pontefice accoglie il parere favorevole dei Cardinali, precedentemente consultati in merito. La canonizzazione formale prevede la dichiarazione di una sentenza da parte del Santo Padre».

Canonizzazione equipollente

La canonizzazione equipollente è, invece, una proclamazione ratificata dal Romano Pontefice con un semplice decreto, «senza alcuna sentenza formale definitiva, senza aver premesso alcun processo giuridico, senza aver compiuto le consuete cerimonie», come dichiara Papa Benedetto XIV nel De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione. Nel caso delle sedici Martiri di Compiègne (beate dal 1906), infatti, il Pontefice ha riconosciuto la loro fama di santità, mai venuta meno dopo loro morte.

Nel corso della medesima Udienza, il Santo Padre ha autorizzato il Dicastero a promulgare i Decreti riguardanti: il martirio del Servo di Dio Eduardo Profittlich, della Compagnia di Gesù, Arcivescovo tit. di Adrianopoli, Amministratore Apostolico dell’Estonia; morto il 22 febbraio 1942 ex aerumnis carceris a Kirov (Russia); il martirio del Servo di Dio Elia Comini, Sacerdote professo della Società di San Francesco di Sales, ucciso in odium fidei, il 1° ottobre 1944 a Pioppe di Salvaro (Italia); le virtù eroiche del Servo di Dio Áron Márton, Vescovo di Alba Iulia, morto il 29 settembre 1980 ad Alba Iulia (Romania); le virtù eroiche del Servo di Dio Giuseppe Maria Leone, Sacerdote professo della Congregazione del Santissimo Redentore, morto ad Angri (Italia) il 9 agosto 1902; le virtù eroiche del Servo di Dio Pietro Goursat, Fedele Laico, morto a Parigi (Francia) il 25 marzo 1991.

Foto: tratta da www.carmelitaniscalzi.com

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.