La Chiesa del SS. Salvatore – consacrata nel 1704, e spesso utilizzata come auditorium a motivo della sua planimetria a pianta ellittica – è il risultato architettonico ispirato, nella seconda metà del sec. XVII, dalle ricche monache basiliane che vollero edificare un tempio (in un preesistente luogo di culto del monastero risalente al 1072) tra i più maestosi della città di Palermo.
Il progetto venne affidato al celebre architetto Paolo Amato che ne seguì i lavori tra il 1682 e il 1700.
Il professor Baldo Lo Cicero – all’inizio di questo nuovo Anno – ci regala le immagini che raccontano lo splendore di questo monumento.
“L’interno – annota Giuseppe Bellafiore – mostra il suo originario respiro spaziale ma solamente in parte il suo manto policromo che faceva di questa chiesa uno dei più alti esempi del barocco fiorito palermitano. Del vasto affresco con la «Gloria di S. Basilio» (1763) di Vito D’Anna, nella cupola, non rimangono che dei frammenti. Nel vestibolo sono altri affreschi del D’Anna: due storie di S. Basilio, ai lati, e le figure allegoriche della «Fortezza», «Prudenza», «Temperanza» e «Giustizia» nelle vele. La volta del presbiterio fu affrescata da Filippo Tancredi. Delle molte opere d’arte presenti un tempo nella chiesa non resta che un Crocifisso con i SS. Michele Arcangelo e Gaetano (sec. XVII)” (Giuseppe Bellafiore, Palermo. Guida della città e dei dintorni, Edizione Susanna Bellafiore).
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Foto: © Baldo Lo Cicero
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