Un’immagine irriverente con la mascotte di un noto programma raffigurata come il Sacro Cuore di Gesù. È accaduto in Spagna, durante lo show televisivo di fine anno che ha visto protagonista una presentatrice della televisione spagnola burlarsi – secondo quanto riportato dalla stampa spagnola – del Sacro Cuore di Gesù, offendendo la fede di milioni di telespettatori.
Laura Yustres Vélez, conosciuta come “Lalachús”, è – scrive Aciprensa – «un’attrice e comica spagnola che collabora al programma La Revuelta della televisione pubblica spagnola, che si caratterizza per il suo umorismo irriverente e per chiedere sempre ai suoi ospiti informazioni sula loro vita sessuale e sul loro patrimonio. Ad un certo punto della trasmissione, Lalachús ha mostrato un’immagine irriverente in cui si vede il toro di El Gran Prix (noto programma di intrattenimento per famiglie in Spagna) raffigurato come un Sacro Cuore. “Io porto sempre con me la mia immaginetta della Mucca del Gran Prix,” ha detto la presentatrice mostrandola agli spettatori attraverso la telecamera come uno dei suoi amuleti per il cambio d’anno».
La replica dei vescovi spagnoli non si è fatta attendere. Monsignor Luis Argüello, presidente della Conferenza episcopale spagnola, attraverso il social network X ha dichiarato, con tristezza, che «con l’alibi della libertà di espressione e gli eccessi delle feste, la TVE si prende gioco del simbolismo del Sacro Cuore tanto amato da tutti i cattolici. La cosa più triste è che i responsabili non sono consapevoli di quello che fanno. Ancora una volta la banalità ci circonda».
Analogo sdegno è stato espresso da monsignor José Ángel Saiz Meneses, arcivescovo di Siviglia, «La Televisión Española ha salutato l’anno con una presa in giro del Sacro Cuore di Gesù da parte dei conduttori. Viene in mente la famosa frase di Cicerone: “Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”, che, applicata ai giorni nostri, ci porta a chiederci fino a quando approfitteranno della nostra pazienza».
«I cattolici – ha scritto il vescovo di Vitoria, monsignor Juan Carlos Elizalde – non sono cittadini di seconda classe e ancor meno lo sono in un Paese in cui la grande maggioranza dei cittadini è battezzata o è figlia di cattolici. Di fronte all’attacco di un ente pubblico all’intera comunità cristiana, la nostra risposta è ferma e incrollabile: rispettare la fede in Cristo».
Foto: RTVE
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