La Chiesa di San Domenico – sita nell’omonima piazza dove nel 1726 (ad opera dell’architetto G. Biagio Amico) venne eretta la colonna dell’Immacolata -, è considerata uno dei monumenti più sontuosi della città di Palermo.
Si tratta della terza chiesa presente in Città appartenente all’Ordine dei frati predicatori (Ordo fratrum praedicatorum), comunemente noti come domenicani, che si stabilirono a Palermo intorno al 1217, vivente ancora S. Domenico.
Tale edificio – che il professor Baldo Lo cicero ci racconta oggi con le sue fotografie – fu innalzato a cominciare dal 1640, «allorché – scrive Giuseppe Bellafiore –, nel generale rafforzamento degli ordini religiosi, anche quello domenicano possedeva enorme prestigio e ricchezze. Architetto ne fu il domenicano Andrea Cirrincione. La vecchia chiesa quattrocentesca fu ritenuta insufficiente e la nuova fu tanto più larga che occupò l’antistante piazza aperta nel 1400» (Giuseppe Bellafiore, Palermo. Guida della città e dei dintorni, Edizione Susanna Bellafiore). La facciata è del 1726.
L’interno è a croce latina, con tre navate e profonde cappelle, le colonne e gli archi a tutto sesto, danno all’edificio un respiro di grande solennità.
«Dalla metà dell’Ottocento – precisa Giuseppe Bellafiore –, la chiesa è stata adibita a Pantheon di siciliani illustri, e vi sono state allogate varie tombe, cenotafi e targhe commemorative che qui non illustreremo, risultando per ognuno di essi chiaramente segnato il nome del defunto. Fra gli altri vi sono o vi sono ricordati il Meli, il Piazzi, il Novelli, l’Amari, Ruggero Settimo, il Villabianca, il Pilo, ecc., nomi autenticamente illustri con altri che lo sono assai meno. La scultura locale sette-ottocentesca vi è rappresentativamente presente con opere di Ignazio Marabitti, Leonardo Pennino, Valerio Villareale, Rosolino La Barbera, Salvatore Valenti, Rosario Anastasi, Domenico e Benedetto De Lisi, ed altri. Nella chiesa si riunì, durante la rivoluzione del 1848, il Parlamento siciliano».
Tra i siciliani illustri vi è anche la tomba del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992 nella strage di Capaci.
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Foto: © Baldo Lo Cicero
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