Avvalersi o meno dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc), un interrogativo che si rinnova ciclicamente, in occasione delle iscrizioni al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola, talvolta accompagnato da qualche polemica, soprattutto da parte di chi vorrebbe eliminare definitivamente i valori della fede cattolica nel percorso formativo delle nuove generazioni.

In questo periodo giunge anche il messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), rivolto ai genitori e agli alunni che dovranno scegliere se inserire l’ora di religione nell’itinerario scolastico del prossimo anno.

«Cogliamo l’occasione – recita il testo della Cei – per invitarvi ad accogliere questa possibilità, grazie alla quale nel percorso formativo entrano importanti elementi etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita individuale e la vita del mondo. Il tutto, in un clima di rispetto e di libertà, di approfondimento e di dialogo costruttivo».

La Cei – ricalcando il tema principale del Giubileo 2025, appena iniziato – ricorda che «il tema della speranza provoca in modo speciale il mondo dell’educazione e della scuola, luoghi in cui prendono forma le coscienze e gli orientamenti di vita e si pongono le basi delle future responsabilità. Quale speranza dà senso all’esistenza? Dove è possibile riconoscere e trovare ragioni di vita e di speranza? E ancora, prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, come sostenere la necessità di “un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine” (Spes non confundit, 9)?».

A queste e a tante altre domande è abilitato a rispondere il docente di religione, che – durante la sua ora – non ha il compito di fare proselitismi o lezioni di catechismo, ma di offrire agli alunni uno spazio di confronto e di dialogo che li aiuti a maturare e a crescere.

«Testimoni di speranza – precisa la Presidenza della Cei – sono infatti i docenti di religione, che uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde. Siamo molto grati a tutti gli insegnanti che, mentre offrono le ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i sogni».

L’auspicio finale contenuto nel testo della Cei è quello di ritrovare – anche grazie all’Irc – «la fiducia e il coraggio di aprire le famiglie, le scuole e tutte le comunità a nuovi orizzonti di collaborazione e di speranza».

Segui Porta di Servizio

Seguici sul nostro canale WhatsApp oppure qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram.

Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.