Il 17 gennaio – nella memoria liturgica di sant’Antonio Abate – è ancora viva la tradizione di far benedire gli animali. Un gesto legato alla lettura iconografica del Santo eremita, che visse per tantissimi anni nel deserto della Tebaide in Egitto, e che venne raffigurato con accanto un “maiale”.
L’Ordine ospedaliero degli “Antoniani”, infatti, allevava i maiali dai quali si ricavava il grasso usato per curare dall’ergotismo, un morbo oggi conosciuto come herpes zoster e popolarmente “il fuoco di Sant’ Antonio.
Sant’Antonio Abate – invocato contro le malattie della pelle in genere – diventò così il santo patrono dei maiali, di tutti gli animali domestici e della stalla.
La benedizione sugli animali
Nel “Benedizionale” – il testo del Rituale romano della Chiesa cattolica contenente le preghiere di benedizione alle persone, agli animali e alle cose – a proposito della benedizione degli animali, al numero 1058 si dice: «Molti animali, per disposizione della stessa provvidenza del Creatore, partecipano in qualche modo alla vita degli uomini, perché prestano loro aiuto nel lavoro o somministrano il cibo o servono di sollievo. Nulla quindi impedisce che in determinate occasioni, per es. nella festa di un santo, si conservi la consuetudine di invocare su di essi la benedizione di Dio».
Tuttavia è giusto precisare (soprattutto per chi pone sullo stesso piatto della bilancia gli animali e gli uomini) che nell’annovero delle creature, gli animali non possono essere considerati pari agli uomini. Si tratta infatti di due creazioni differenti, ben distinte nelle pagine iniziali della Bibbia.
Creazione degli animali
Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo”. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra”. E fu sera e fu mattina: quinto giorno. Dio disse: “La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie”. E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona (Gen 1,20-25).
Creazione degli uomini
Nel creare l’uomo e la donna (rappresentativi di tutto il genere umano) Dio aggiunge alcuni dettagli che non sono presenti nella creazione degli animali (che evidenziamo in neretto):
- «Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza…» (Gen 1,26).
- «… [l’uomo] dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”» (Gen 1,26).
- «… maschio e femmina li creò» (Gen 1,27).
- «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31).
Tutta la creazione -animali compresi – è dunque subordinata all’uomo. Questo non vuol dire che non si debbano voler bene gli animali, o che – come prevede il rituale romano – non si possa realizzare un momento di preghiera con la benedizione degli animali.
Segui Porta di Servizio
Seguici sul nostro canale WhatsApp oppure qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram.