È morto, all’età di ottantasette anni, Rodo Santoro, l’artista di origini elleniche nato a Kos (Dodecaneso/Grecia) nel 1938, una figura poliedrica che ha saputo coniugare architettura, pittura, scenografia, archeologia, giornalismo e saggistica. La sua attività, profondamente radicata nella cultura siciliana e mediterranea, spaziava in diversi campi, lasciando un’impronta significativa nel panorama culturale contemporaneo.

In qualità di architetto, Santoro si è dedicato al restauro di numerosi castelli, soprattutto in Sicilia, tra cui quelli di Caccamo, Castelbuono, Acate e Castellammare in Palermo. Il suo lavoro di recupero e conservazione di questi importanti testimonianze del passato ha contribuito a preservare la memoria storica e architettonica della regione.
La sua passione per la pittura si è espressa attraverso numerose mostre personali, sia in Italia che all’estero, a partire dagli anni ’60. Le sue opere ad olio su tela riflettono un interesse per la tradizione pittorica, reinterpretata con uno stile personale e contemporaneo.
La sua attività di scenografo lo ha visto impegnato nella progettazione dei carri trionfali di Santa Rosalia, a Palermo, e nel restauro della cinquecentesca vara dell’Assunta e dei due Giganti di Messina. Il suo contributo ha arricchito queste importanti manifestazioni della cultura popolare siciliana.
Fra le sue opere più importanti si possono citare le seguenti: Il Carro del Festino (1984), La Sicilia dei Castelli (1986), Palermo, la corona perduta (1992), I Cavalieri di Rodi (1997), I Bizantini (2008), Castra et Palatia (2009), La Cappella Palatina e il Palazzo Reale di Palermo (2011), Dolce e Sacro (2014).
Ed è proprio nell’edizione del Festino di Santa Rosalia del 1974, in qualità di direttore artistico, che Rodo Santoro regalò ai palermitani una indimenticata ricostruzione dei primi carri trionfali realizzati dopo il 1624 su disegno di Paolo Amato.
Le sue missioni di archeologia medievale per conto della Scuola Archeologica Italiana di Atene in diversi paesi del Mediterraneo (Tunisia, Grecia, Libia, Egitto) testimoniano un interesse per la storia e le radici culturali di quest’area geografica.

La sua attività giornalistica, iniziata a Roma nel 1966, e quella saggistica, sviluppata a partire dal 1978, sono state caratterizzate da una profonda passione per la Sicilia e per il Mediterraneo centro-orientale. I suoi scritti spaziano dalla storia dell’architettura alla storia socio-politica, con un focus particolare sul Medioevo e sul Rinascimento.
Rosario Ribbene, giornalista, allievo e amico di Rodo Santoro scriveva alcuni anni fa: «Arduo sintetizzare l’attività poliedrica di Rodo Santoro. Molti sanno che è lo scenografo della rinascita delle Feste in onore di Santa Rosalia – patrona del capoluogo siciliano – con il suo celebre Carro Trionfale ideato nel 1974. Altri lo conoscono per aver condotto i grandi restauri di castelli siciliani ed anche per esserne uno dei conoscitori più acuti. Altri ancora leggono con piacere i suoi saggi storici e quelli sulla cucina siciliana (tradotti anche in lingua straniera) che hanno avuto sempre un buon successo editoriale».
Foto: tratte dal web
Segui Porta di Servizio
Seguici sul nostro canale WhatsApp oppure qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram.