Il professor Baldo Lo Cicero conclude la passeggiata primaverile in città visitando e fotografando un importante edificio di culto, situato in una posizione prominente all’incrocio tra via Roma e il Cassaro. Si tratta della Chiesa di Sant’Antonio Abate a Palermo che sorge su un’area ricca di storia.

In epoca antica, infatti, questo luogo era uno sperone di terra circondato dal mare e fortificato da mura, e rappresentava un importante accesso alla città.

La porta e la sovrastante torre di Baych furono demolite nel 1567-68 per consentire l’apertura del Cassaro nuovo. Successivamente, la realizzazione del primo tratto di via Roma (1894-99) conferì alla chiesa l’attuale aspetto, elevandola su un basamento con un effetto di falsa prospettiva.

Evoluzione Architettonica e Artistica

Le origini della chiesa risalgono al XIII secolo, con l’aggiunta di una torre nel 1302-13 per volere della famiglia Chiaramonte, il cui stemma è ancora visibile insieme a quello della città. Questa torre, simbolo di Palermo, veniva utilizzata per convocare i cittadini tramite il suono della sua campana. Nel 1595, la torre fu parzialmente demolita a causa del rischio di crollo.

Intorno al 1536, la chiesa subì una completa ristrutturazione, assumendo l’attuale configurazione architettonica tipica dello stile siciliano influenzato dall’arte spagnola.

Dopo i danni causati dal terremoto del 1823, furono eseguiti diversi restauri, con l’aggiunta di elementi decorativi e la ricostruzione della facciata in stile medievaleggiante ad opera dell’architetto Nicolò Raineri.

Nel 1888, l’architetto Salvatore Li Volsi Palmigiano condusse ulteriori lavori di restauro, aggiungendo otto colonne all’ingresso delle absidi con capitelli ispirati a quelli del chiostro di Monreale. Nonostante le modifiche, la struttura cinquecentesca della chiesa rimane ben riconoscibile.

L’interno della chiesa, con la sua pianta che richiama le chiese a pianta centrale di epoca normanna, è dominato dalla cupola, sostenuta da quattro archi ogivali. Il presbiterio, originariamente meno profondo, fu ampliato in epoca barocca.

Tesori Artistici

La chiesa custodisce numerose opere d’arte di valore:
La facciata presentadue statue cinquecentesche di San Pietro e San Paolo.
All’Interno:

  • Fonte battesimale del 1755, opera di Filippo Pennino su disegno di Bartolomeo Sanseverino e Ignazio Marabitti, con un dipinto su ardesia del “Battesimo di Cristo” di Vito D’Anna.
  • Statua lignea dell'”Immacolata” di Giuseppe Bagnasco (XIX secolo).
  • Custodia marmorea nell’abside sinistra, con “L’adorazione del Sacramento” e scene della Passione, opera di Antonio Gagini (1551).
  • Decorazioni del presbiterio in stile Impero.
  • Stalli del coro (1709) di Pietro Marino su disegno di Giuseppe Fama.
  • Altare maggiore (1789) disegnato da Carlo Chenchi.
  • Tele di Gaspare Serenario (“Cristo e la Maddalena” e “Cristo e il centurione”, 1757) e di Giuseppe Salerno (“San Carlo Borromeo”, 1620 ca.).
  • “Sant’Antonio Abate” nell’abside destra, attribuito a Pietro Novelli o Giuseppe Salerno.
  • “Crocifisso” di Matteo Cinquemani (1790).

Sacrestia: tela dell'”Addolorata” (1157) di Vito D’Anna e un “Crocifisso” cinquecentesco.
Archivio: “Madonna delle Grazie” (1757) di Gaetano Mercurio.

La Chiesa di Sant’Antonio Abate – Ricorda infine Giuseppe Bellafiore (Palermo. Guida della città e dei dintorni, Edizione Susanna Bellafiore) – rappresenta un importante esempio di architettura e arte sacra a Palermo, testimoniando le diverse epoche storiche che hanno plasmato la città.

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Foto: © Baldo Lo Cicero

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