Gli scatti fotografici del professor Baldo Lo Cicero ci portano a visitare la Chiesa di Santa Maria degli Angeli “La Gancia”, un tesoro storico-artistico nel cuore di Palermo.

La Chiesa di Santa Maria degli Angeli, affettuosamente chiamata “La Gancia”, si erge maestosa lungo la storica via Alloro, adiacente al prestigioso Palazzo Patella. Questo monumento rappresenta un sito di straordinario interesse storico e artistico, testimoniando secoli di vicende e trasformazioni.

La “Buca della Salvezza”

Un elemento di grande rilievo storico è la “Buca della Salvezza”, visibile sul lato esterno del transetto, in via Alloro. Protetto da una lastra marmorea, questo passaggio racconta una storia di coraggio e solidarietà. Durante la rivolta antiborbonica del 1860, alcuni patrioti trovarono rifugio nel convento. Sorpresi dalle milizie borboniche, quasi tutti furono catturati, ad eccezione di Filippo Patti e Gaspare Bivona. Questi ultimi, nascosti nella cripta sottostante, riuscirono a fuggire grazie all’aiuto di donne locali. Simulando un incidente con carri di fieno, le donne distrassero i borbonici, permettendo ai prigionieri di fuggire attraverso un passaggio segreto scavato nel muro. Questo episodio, ancora oggi celebre, testimonia la solidarietà popolare nella lotta per la liberazione.

La Storia della Gancia Francescana

Intorno al 1490, i frati di Santa Maria di Gesù ottennero da Papa Innocenzo VIII il permesso di costruire una “gancia”, un ospizio per i malati e per chi avesse affari in città, fuori dalle mura cittadine. Tuttavia, i frati, già in possesso dell’antica chiesa di San Girolamo all’interno delle mura, edificarono qui la loro nuova dimora e chiesa all’inizio del Cinquecento. Nonostante l’opposizione dell’arcivescovo di Palermo, Papa Giulio II nel 1508 ordinò il completamento dei lavori. Il convento si ampliò nel tempo, specialmente durante il viceregno di Vigliena.

L’Architettura e le Trasformazioni della Chiesa

Nonostante le numerose modifiche subite nel corso dei secoli, la chiesa conserva il suo carattere originario. Costruita con conci squadrati e volumi geometrici, presenta una facciata sobria con un portale semplice e un bassorilievo della “Madonna”. L’interno, pur avendo perso le strutture gotiche originali, mantiene la pianta a navata unica con cappelle laterali.

Nel 1672, lavori improvvidi nella cripta causarono il crollo della parte della chiesa oltre il transetto. Gli archi delle cappelle furono trasformati in archi a tutto sesto e le pareti furono riccamente decorate. Giacomo Serpotta, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, realizzò stucchi decorativi, mentre Filippo Tancredi e Antonio Grano contribuirono con affreschi.

Nel XIX secolo, parte di queste decorazioni furono danneggiate, inclusi gli stucchi di Serpotta nella navata. Tuttavia, rimangono gli affreschi di Tancredi nella cappella di Santa Chiara, di Santa Rosa, dello Sposalizio della Vergine e i medaglioni di santi francescani. Alcune cappelle conservano decorazioni, altari e balaustre in marmi pregiati. Nell’ala destra del transetto, si possono ammirare resti della struttura originaria, come una finestra sagomata e un arco di un loggiato.

Un tesoro di opere d’arte

L’interno della chiesa ospita una preziosa collezione di opere d’arte, molte delle quali di notevole valore artistico. Tra queste, spiccano:

  • Opere pittoriche: “Natività” di Vincenzo da Pavia, “San Pietro d’Alcantara” di Pietro Novelli, “Gesù al Limbo” e “San Michele” attribuiti ad Antonello Gagini, “Annunciazione” seicentesca, “Beato Salvatore da Orta” in stile caravaggesco, “Sposalizio della Vergine” di Vincenzo da Pavia, affreschi di Antonio Grano, dipinti di Vincenzo Bongiovanni e Antonello Panormita.
  • Sculture: “Pietà” gaginesca, tondi a rilievo di Antonello Gagini raffiguranti l'”Angelo” e la “Madonna” dell’Annunciazione, rilievi cinquecenteschi di “San Bernardino” e “San Lodovico”, e una “Madonna col Bambino” cinquecentesca.
  • Altre opere: soffitto ligneo cassettonato cinquecentesco, organo attribuito a Raffaele La Valle, acquasantiere cinquecentesche, pulpito poligonale di scuola gaginesca e altari in marmi pregiati.

La Chiesa di Santa Maria degli Angeli “La Gancia” rappresenta un patrimonio inestimabile per Palermo, un luogo dove storia, arte e fede si intrecciano in un’armoniosa sinfonia.

Testo consultato per questo nostro contributo: Giuseppe Bellafiore, Palermo. Guida della città e dei dintorni, Edizione Susanna Bellafiore.

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Foto: © Baldo Lo Cicero

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Di Michelangelo Nasca

Direttore Responsabile, giornalista vaticanista, docente di Teologia Dogmatica. È presidente dell’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, “Radio Spazio Noi”, e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.