“Benedizione agli amici che alla mia porta, senza essere chiamati, senza essere sperati, sono però venuti” (John Henry Newman).
Le parole di questo splendido aforisma ottocentesco (scritto dal teologo anglicano ritornato al cattolicesimo J. H. Newman) suscitano in noi un immediato e spontaneo sospiro di sollievo… allora è vero che esiste qualcuno nel mondo capace di volerti bene e di cercarti quando meno te lo aspetti!
Quando l’amore è vero e sincero, infatti, è sempre capace di sorprenderci. Quanto poco tempo avrebbe per rattristarsi una persona anziana se il gesto di una telefonata fosse capace di sorprenderla di tanto in tanto! E quanto sarebbe bello per tutti noi contare sulle parole amiche di un altro quando meno te lo aspetti. Saremmo, per così dire, felicemente costretti a guardare la vita con un occhio diverso e ad accogliere, con rinnovato entusiasmo, l’abbraccio sincero e gratuito dell’amico.
Eppure sono tante le persone che vengono lasciate sole e abbandonate al proprio destino, senza il conforto di una telefonata o di una visita garbatamente attesa e quanto mai desiderata.
Basta davvero poco per rendere felice qualcuno.
Benedetti quegli amici – come ricorda Newman – che spontaneamente ci hanno cercato per regalarci un po’ del loro tempo!
“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt 25, 35-37).