«Sento e mi vado rendendo sempre più conto che questa società non sta migliorando, perché ogni uomo, ogni donna non si impegna e non si sacrifica per migliorarla. E cosi aumentano le tante ingiustizie, le violenze, le sopraffazioni e le tante dominazioni, con il rischio di una nuova guerra mondiale». Sono le parole di fratel Biagio Conte – fondatore della Missione di Speranza e Carità che accoglie oltre 500 persone in difficoltà – che ha iniziato a digiunare dopo aver trascorso 216 giorni (dal 9 luglio scorso) in una grotta del palermitano (in preghiera e penitenza), perché si possa provvedere ai bisogni degli ultimi.
«Abbiamo commesso tanti errori – prosegue Fratel Biagio in una sua lettera – e ancora ne commettiamo: prevale il nostro io e il nostro orgoglio! Abbiamo messo Dio da parte, ancora di più l’abbiamo abbandonato, abbiamo abbandonato il nostro prossimo, cioè il nostro simile, non rispettandolo, non aiutandolo, non accogliendolo, ma ancora più grave diventiamo sempre più indifferenti ed egoisti, non c’è più rispetto e fratellanza ma disprezzo e giudizi, non perdoniamo ma condanniamo. Non abbiamo più tempo per pregare né ci sforziamo per farlo e non ci impegniamo per fare penitenze: ravvediamoci e convertiamoci, è urgentissimo ritornare al buon Dio e aprire il nostro cuore alla sua misericordia».
Un accorato appello che il fondatore della Missione di Speranza e Carità rivolge a tutta la città di Palermo, scegliendo il digiuno come contributo personale di preghiera, di penitenza e Comunione Eucaristica.
«Preghiamo tutti insieme il buon Dio – conclude fratel Biagio – per scongiurare il rischio di una nuova guerra mondiale e per le tantissime guerre che dilaniamo il mondo, per la liberazione definitiva dalla pandemia, dal covid e da tutte le violenze e le ingiustizie. Il maligno, il male cioè il diavolo, si va sempre più insidiando per colpire tutta la Santa Chiesa, le religioni, i non credenti, tutte le Istituzioni e le professioni, tutte le famiglie, i giovani e tutti i popoli. Non permettiamo che il male vinca, ma rispondiamo al male con il bene».
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