“Coraggio, non perdiamo la speranza di un mondo migliore”.
Sono le parole di Fratel Biagio Conte, il missionario laico palermitano che ha donato la sua vita agli ultimi. Una vita, la sua, trascorsa come un “Alter Christus” tra i poveri, gli stessi che Gesù aveva voluto accanto a sé durante la sua vita terrena, quei beati ai quali appartiene il Regno dei Cieli. Anche Biagio ha basato la sua missione sulla “Speranza” e sulla “Carità”, quelle due virtù fondamento del pensiero cristiano che da sempre accompagnano la vita dei fedeli. Dopo la morte di Biagio, qualcuno ha immaginato che qualcosa potesse cambiare in negativo, tuttavia ciò che è costruito con fede, preghiera, sacrificio e quindi per un fine ultimo volto al bene, sarà sempre più solido della roccia. Le porte della Missione infatti, sono sempre spalancate, chiunque è il benvenuto, non importa cosa e chi era in passato, per il fratello o la sorella che viene a bussare, le braccia della missione sono pronte ad accogliere tutti.
I semi piantati dal missionario laico iniziano dunque a sbocciare, il suo esempio e il suo insegnamento risuonano forti non solo a Palermo, ma anche nelle periferie. Da un piccolo seme può nascere un albero rigoglioso, con fiori e frutti che donano speranza, la stessa che infondeva Biagio Conte a chi incontrava, donando una carezza accompagnata dal sorriso che veniva esportato anche in quei grandi occhi azzurri. Fiori, formati da gente di buona volontà che ha deciso di dedicare una parte del proprio tempo settimanale a sostenere a 360° la Missione. Nascono quindi alcuni gruppi in provincia di Palermo, lavorano in silenzio perché è così che si fa la carità, ed è anche grazie a questi volontari che arrivano aiuti non solo per quanto riguarda il vettovagliamento, ma anche un aiuto materiale. Oggi la Missione ospita circa 400 ospiti provenienti da varie parti del mondo, ognuno con una storia diversa, c’è chi ha sfidato la sorte con le carrette del mare, padri e madri che hanno perso lavoro e famiglia, giovani che avevano smarrito la via del bene e tanti altri invisibili.
Che servizio svolgono dunque questi volontari? La provvidenza ha sempre avuto un occhio di riguardo per la Missione di Speranza e Carità, spesso infatti i supermercati a fine mese donano una parte di merce invenduta che diversamente finirebbe al macero, anche se ancora adatta al consumo umano. Ecco dunque che entrano in gioco i volontari. “Gli Amici della Missione” (come hanno deciso di chiamarsi), nascono in provincia di Palermo, nei piccoli comuni di Caccamo e Sciara coordinati dallo storico coadiutore Michele Mannina insieme a don Pino Vitrano, quest’ultimo strettissimo collaboratore di Fratel Biagio. Nascono qualche anno fa, con l’intento di aiutare la Missione specialmente nei periodi in cui scarseggiano provviste, materiali per la pulizia e prodotti sanitari, periodi che purtroppo durante l’anno arrivano, specialmente quando giunge il picco influenzale. Gente semplice, nessuno desideroso di spiccare rispetto a qualcun altro, nessuna gerarchia ma una collaborazione circolare che permette a tutti di poter dare un piccolo apporto secondo le proprie possibilità.
“Noi siamo questi – ci racconta Mannina – rimaniamo nel silenzio perché abbiamo l’obiettivo di aiutare i fratelli della Missione. C’è tanta sofferenza, Biagio lo ripeteva sempre, dobbiamo guardare gli occhi di chi viene a trovarci perché è lì che incontriamo Cristo”. Da quel 1993 tante cose sono cambiate, quell’incontro tra Biagio e il cardinale Pappalardo, che molto ricorda quello tra San Francesco e il vescovo di Assisi, è stato seguitato dall’avvio di quello che il missionario laico ha definito “un progetto di Dio sconvolgente”. Ha dato tutto sé stesso per gli ultimi e gli invisibili, adesso, il suo esempio continua a vivere nei gesti di tutti i volontari che rappresentano quei fiori nati dai semi di carità piantati fin dal primo giorno della sua Missione.