Un simpatico fumetto spiegherà ai bambini il significato della visita pastorale del Vescovo di Ragusa. Si tratta di un’interessante iniziativa curata da don Marco Diara, direttore dell’Ufficio Catechistico di Ragusa, che ha predisposto un agile fumetto destinato ai più piccoli, e probabilmente anche ai più grandi, per raccontare con semplicità e chiarezza i momenti principali della visita pastorale di monsignor Giuseppe La Placa, vescovo da due anni della diocesi di Ragusa.
Commentando le parole del profeta Ezechiele, «Cercherò le mie pecore e ne avrò cura» (Ez 34,11), scelte come programma e accompagnamento durante la Visita Pastorale, monsignor La Placa – in una recente Lettera alla Chiesa di Ragusa – ha spiegato: «Mi rendo sempre più conto che dovere primo di un pastore è proprio quello di cercare le proprie pecore, prendersene cura e interessarsene, per adempiere al mandato del Padrone che gliele ha affidate. Di tale Padrone il Vescovo è immagine, costituito proprio per pascere il gregge del Signore; sicché per mezzo suo è proprio il Signore che visita il suo popolo».
Sono due gli aspetti legati alla visita pastorale su cui monsignor La Placa ritiene doveroso invitare la Chiesa locale a riflettere: «il primo è quello che la Chiesa non è nostra ma del Signore, il quale si serve dei pastori per custodirla. Pascere vuol dire quindi vigilare. Il Vescovo vigila su se stesso prima di tutto, perché abbia davanti a sé non la sua persona ma Cristo Gesù; in tale modo il pastore si rende sempre più conto di non essere il padrone ma una sentinella (cf. 1Pt 5,3)».
Nel secondo punto di riflessione contenuto nella Lettera, il vescovo di Ragusa esorta «a camminare insieme, pecore e pastore, consapevoli dei nostri limiti ma altrettanto coscienti che non siamo soli, che il Signore non ci farà mai mancare la sua Parola e che metterà la sua mano sul nostro capo. È Lui che ci guida!».
È ovvio – conclude monsignor La Placa – che, «se non ci mettiamo nelle condizioni di vivere la comunione, di condividere le nostre esperienze, di metterci al servizio gli uni degli altri, ogni invito, ogni chiamata, rimarrà lettera morta».
Foto: Diocesi di Ragusa
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