Il mondo del calcio piange l’eroe di Italia ’90, un siciliano doc, attaccante della Nazionale di Calcio Italiana che ha regalato a milioni di italiani il terzo posto – dopo Germania e Argentina – nel campionato mondiale di calcio 1990, e il primato di capocannoniere con le indimenticabili sei reti realizzate nel torneo.
Totò Schillaci era stato ricoverato in gravi condizioni lo scorso 7 settembre nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico a Palermo, a causa di un tumore al colon retto.
Tra le ultime apparizioni in pubblico di Totò Schillaci – sempre generoso e disponibile ad incontrare tifosi e amici – ricordiamo l’incontro del 4 dicembre dello scorso al Teatro Savio di via Evangelista Di Blasi, dove – insieme a don Arnaldo Riggi, direttore dell’Istituto Salesiano Gesù Adolescente di Palermo – era stato presentato il progetto “Sport di tutti – quartieri”, coordinato e gestito dalla ASD Polisportiva Giovanile Salesiana “Villaurea”, per dare il via ad alcune attività che vedevano coinvolti giovani, istruttori, allenatori e formatori.
«Per quelli della mia generazione – scriveva Giovanni Villino, moderatore di quel incontro –, Schillaci è sinonimo di Italia ’90. Ma anche di rivalsa, di coerenza e di voglia di fare. Di chi porta un sogno nel cuore e si impegna con tutto se stesso per raggiungerlo. Ancora una volta ho visto e toccato con mano la profonda e alta umanità di Totò. In quelle due ore trascorse insieme è stato sempre disponibile con i ragazzi dell’oratorio, sempre attento a non lasciare indietro nessuno. Non ha negato una foto e non si è tirato mai indietro da un abbraccio. La sua testimonianza di vita è stata luce sui percorsi di vita di tanti ragazzi».
Nelle parole di cordoglio dell’Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, una sintesi condivisibile del grande campione scomparso: «Con la morte di Totò Schillaci Palermo perde un simbolo di riscatto. Un ragazzo di umili origini che riesce a farsi strada nonostante gli ostacoli e le tante ostilità incontrate lungo il suo cammino, fino a diventare una vera e propria icona dello sport nazionale. Non va dimenticato l’impegno per cercare di dare una possibilità ai giovani che cercavano riscatto o, più semplicemente, di coltivare un sogno. Penso all’attività di scuola calcio portata avanti nel centro sportivo Ribolla o alla mano tesa in favore dei giovani richiedenti asilo dell’Asante Calcio che accompagnò nell’esordio nel campionato di Terza Categoria. Il suo esempio ci conferma in una pastorale che aderisce alle istanze sociali del territorio e che richiede una corresponsabilità dei fedeli laici delle nostre Comunità parrocchiali e delle Aggregazioni laicali».
Foto di copertina: Giovanni Villino
Segui Porta di Servizio
Seguici sul nostro canale WhatsApp oppure qui t.me/portadiservizio sul gruppo Telegram.