Come diceva il celebre scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe – dopo aver visitato il capoluogo siciliano – «chi ha visto una volta il cielo di Palermo non potrà mai più dimenticarlo». Analoga emozione accade ancora oggi in diversi edifici di culto presenti in Città, dove il cielo – rappresentato da antichissimi mosaici bizantini – lascia nel visitatore un ricordo indelebile di meravigliosa e struggente bellezza.
E così, il professor Baldo Lo Cicero, decide oggi di accompagnarci – con i suoi scatti fotografici – nella monumentale Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (detta Martorana).
Edificata intorno al 1143 da Giorgio Antiocheno, Grande Ammiraglio di re Ruggero, la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio fu affidata nel 1221 al clero greco, e nel 1436 ceduta – dal re Alfonso d’Aragona – alle monache benedettine del vicino convento della Martorana (da cui proviene il suo secondo nome).
La struttura architettonica dell’edificio è di matrice arabo-normanna, con la presenza di navate barocche aggiunte alla fine del XVII secolo.
Di pregevole fattura sono i mosaici bizantini della metà del sec. XII che ricoprono parte dell’interno e gli affreschi settecenteschi del sottocoro, realizzati da Olivio Sozzi e Guglielmo Borremans.
Sull’altare è collocato un prezioso tabernacolo in lapislazzuli della fine del XVII secolo, e l’Ascensione, opera d’impronta raffaellita, dipinta da Vincenzo da Pavia nel 1533.
La chiesa è concattedrale dell’eparchia di Piana degli Albanesi, diocesi cattolica di rito greco-bizantino della Chiesa Bizantina in Sicilia, e officia la liturgia per gli italo-albanesi, osservanti il rito bizantino, residenti in città.
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Foto: © Baldo Lo Cicero
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