Questa Domenica di Avvento “Gaudete in Domino”, viene identificata come quella della gioia, che, assieme alla preghiera, alla meditazione e alle necessarie opere di rinuncia per elevare lo spirito, caratterizza questo periodo che ci separa dalla celebrazione del Natale del Figlio di Dio.
«L’Apostolo Paolo, esorta i cristiani nella seconda lettura, a gioire perché la venuta del Signore, cioè il suo ritorno glorioso, è sicuro e non tarderà. La Chiesa fa proprio questo invito, e il suo sguardo si dirige sempre più verso Betlemme che rivela il Dio-con-noi, il Dio a noi prossimo, non semplicemente in senso spaziale e temporale; Egli ci è vicino perché ha “sposato”, la nostra umanità; ha preso su di sé la nostra condizione, scegliendo di essere in tutto come noi, tranne che nel peccato, per farci diventare come Lui. La gioia cristiana scaturisce pertanto da questa certezza: Dio è vicino, è con noi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come amico e sposo fedele. E questa gioia rimane anche nella prova, nella stessa sofferenza, e rimane non in superficie, bensì nel profondo della persona che a Dio si affida e in Lui confida» (Benedetto XVI, dicembre 2007).
Ancora Papa Benedetto ci ricorda il significato della vera gioia: «Se invece si fa della felicità un idolo, si sbaglia strada ed è veramente difficile trovare la gioia di cui parla Gesù. È questa, purtroppo, la proposta delle culture che pongono la felicità individuale al posto di Dio, mentalità che trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo, nel diffondersi dell’uso di droghe come fuga, come rifugio in paradisi artificiali, che si rivelano poi del tutto illusori».
Dunque, «Giovanni Battista qualifica questa gioia, attraverso quelle che sono le evidenze del rinnovamento operato di noi stessi. Si rivolge a pubblicani, categoria di persone ben nota per affari truffaldini e manovre di guadagno interessate e li invita a desistere dalle loro consuetudini disoneste. Esorta anche i soldati, evidentemente propensi a trarre benefici dalla loro posizione, invita tutti alla condivisione, alla generosità e alla concordia. Mentre va predicando nel deserto amministrando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, adesso che le folle lo interrogano su cosa si debba fare egli risponde che è indispensabile esercitare la condivisione, la carità, la solidarietà, dividendo quello che si ha a disposizione con coloro che hanno bisogno. Occorre fuggire la menzogna e la falsità e vivere l’onestà e la rettitudine, ricercare sempre la giustizia e mettere da parte la tendenza a imbrogliare e a prevaricare sugli altri, specialmente sui deboli» (Gian Gianfranco Scarpitta).
Commenta ancora padre Gianfranco Scarpitta: «se la conversione non conduce alla carità sincera, concreta e disinteressata non è vera conversione, ma esibizionismo. La mutazione radicale del cuore e il cambiamento di mentalità secondo Dio non può che apportare i frutti dello stesso Signore, cioè l’amore, la giustizia, la bontà e quanto ad esse è correlato. Del resto, come potremo celebrare il Natale in piena coscienza se non avremo usato un minimo di attenzione verso il prossimo, specialmente quello povero e indigente? Come possiamo vivere la gioia del Natale in famiglia quando abbiamo omesso qualsiasi tentativo per sanare eventuali discordi o gelosie fra parenti o amici?
Proprio la carità e l’amore, che scaturiscono da una seria conversione per una fede fondata e incrollabile, sono il contrassegno della gioia e della letizia. La trasparenza e la schiettezza delle opere di bene sono davvero qualificanti di una vera conversione e di una vera fede perché sono la fede stessa in atto che ci rende contenti e appagati».
Nella Luce che anticipa la gioia del Natale è significativo poter rinnovare la bella tradizione della benedizione dei “Bambinelli”, le statuette di Gesù Bambino da deporre nel presepe. Magari, è possibile chiedere ai nostri sacerdoti di benedirli, e recitare a casa insieme a tutta la famiglia, la seguente preghiera, tratta dalla Liturgia:
Dio, nostro Padre,
tu hai tanto amato gli uomini
da mandare a noi il tuo unico Figlio Gesù,
nato dalla Vergine Maria,
per salvarci e ricondurci a te.
Ti preghiamo, perché con la tua benedizione
queste immagini di Gesù, che sta per venire tra noi,
siano, nelle nostre case,
segno della tua presenza e del tuo amore.
Padre buono,
dona la tua benedizione anche a noi,
ai nostri genitori, alle nostre famiglie e ai nostri amici.
Apri il nostro cuore,
affinché sappiamo ricevere Gesù nella gioia,
fare sempre ciò che egli chiede
e vederlo in tutti quelli
che hanno bisogno del nostro amore.
Te lo chiediamo nel nome di Gesù,
tuo amato Figlio, che viene per dare al mondo la pace.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
In questo momento, la gioia di andare incontro al Signore, si trasforma in preghiera per il nostro amato vescovo, Don Corrado. Il Signore lo possa sostenere in questo momento di difficoltà, per il lieve infortunio occorsogli. Siamo certi che presto tornerà in mezzo a noi, per continuare a camminare insieme verso il regno veniente del Signore Gesù.
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