Papa Benedetto XVI – ai vescovi della conferenza episcopale brasiliana, in visita “ad limina” a Roma – ebbe a dire: «La verità è che tutti noi abbiamo bisogno di Lui, quale Scultore divino che rimuove gli strati di polvere e d’immondizia che si sono posati sull’immagine di Dio iscritta in noi. Abbiamo bisogno del perdono, che costituisce il fulcro di ogni vera riforma: rinnovando la persona nel suo intimo, diviene anche il centro del rinnovamento della comunità» (25 settembre 2010).
“Rimuovere gli strati di polvere e d’immondizia” che si sono posati sull’immagine di Dio iscritta in noi. Ancora una volta il Pontefice faceva ricorso al quel particolare termine (che tanto fece discutere) utilizzato in occasione della Via Crucis al Colosseo del 2005, quando era ancora cardinale. «Quante volte – osservava Ratzinger – celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione».
Col senno di poi ci siamo resi conto della veridicità contenuta in queste parole che ancora oggi ritornano ad interrogare le nostre coscienze. L’immagine e la somiglianza di Dio, scolpita nel nostro cuore come segno di appartenenza a Lui, deve ritornare a splendere. Abbiamo bisogno del perdono e della misericordia di Dio, e per poterla acquistare è necessario riaccostarsi al sacramento della riconciliazione, con umiltà e speranza. Una delle tentazioni più forti del nostro tempo tende, infatti, ad annullare il senso di colpa della persona e a convincerci che il peccato non esiste!