Quarta di cinque figlie, Luisa Piccarreta nacque a Corato (Bari) il 23 aprile 1865. Fin dalla giovane età, mostrò una profonda inclinazione alla preghiera, ricevendo la Prima Comunione e la Cresima a soli nove anni e dedicando ore intere alla contemplazione.
All’età di tredici anni, ebbe una visione di Gesù che, sulla via del Calvario, la implorò: “Anima, aiutami”. Questo evento segnò l’inizio di un profondo desiderio di condividere le sofferenze di Cristo per la salvezza delle anime. A sedici anni, Luisa fece voto di offrirsi come vittima espiatoria.
Iniziò così un periodo di intense sofferenze fisiche, tra cui stimmate invisibili e attacchi demoniaci, che si aggiunsero alle prove spirituali e morali. Luisa affrontò queste difficoltà con straordinaria virtù cristiana, trovando conforto e forza nella preghiera alla Madonna.
Un fenomeno particolarmente singolare fu la rigidità cadaverica che la affliggeva, pur mantenendo segni vitali. La scienza medica non trovò rimedi, e la famiglia si rivolse a padre Cosma Loiodice, un sacerdote agostiniano. Con un segno di croce, il sacerdote riportò Luisa al suo stato normale, stupendo i presenti.
In un’occasione, Luisa rimase in questo stato per oltre venti giorni. Questo fenomeno, iniziato dopo il suo voto di espiazione, si ripeteva ogni mattina, lasciandola immobile e rannicchiata. Solo l’intervento del sacerdote con il segno della croce poteva liberarla.
Luisa visse nella Divina Volontà, e dal 1° gennaio 1889, con il permesso di padre Michele, rimase a letto per 59 anni, fino alla morte.
Nonostante avesse frequentato solo la prima elementare, Luisa iniziò a scrivere il suo diario il 28 febbraio 1899, un’opera di 36 volumi. La sua giornata iniziava all’alba con la benedizione e la Messa celebrate da un sacerdote, privilegio concesso da Leone XIII e confermato da Pio X. Seguivano due ore di ringraziamento e preghiera, poi si dedicava al ricamo. Il suo pasto frugale era spesso seguito da vomito. Nel pomeriggio, lavorava, recitava il Rosario e la sera scriveva il diario. Si addormentava verso mezzanotte, per risvegliarsi rigida e rannicchiata.
Luisa Piccarreta morì a Corato il 4 marzo 1947, all’età di 81 anni. La sua morte avvenne all’alba, mantenendo la posizione seduta che aveva avuto per tutta la vita. Fu portata al cimitero in questa posizione, e i suoi funerali furono seguiti da una grande folla. Successivamente, i suoi resti furono traslati nella parrocchia di Santa Maria Greca.
Il 28 marzo 1994, con l’approvazione della Santa Sede, l’arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, mons. Cassati, aprì il processo diocesano per la sua beatificazione. Il 29 ottobre 2005, mons. Giovanni Battista Pichierri concluse la fase diocesana, trasmettendo gli atti alla Santa Sede per il prosieguo del processo di beatificazione e canonizzazione.
Riferimento bibliografico: Antonio Borrelli, in Santi e Beati
Foto: www.luisapiccarretaofficial.org
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