L’8 marzo non è solo un giorno di fiori e auguri, è un giorno che deve andare oltre la semplice celebrazione. Mi piace pensarlo come un invito a riscoprire il valore intrinseco di ogni donna, e a riconoscere le lotte che hanno segnato il nostro cammino.

Essere donna oggi significa dimostrare costantemente il proprio valore, in un contesto che, nonostante i progressi, presenta ancora troppe disuguaglianze.

È fuor di dubbio che le donne sono il cuore pulsante di ogni settore: siamo imprenditrici, ricercatrici, maestre, operaie, medici, artiste, giornaliste, donne impegnate in politica, ma anche mamme, figlie e mogli, impegnate in un quotidiano che a volte pare senza fine. 

Abbiamo capacità straordinarie di adattamento, di gestione, di leadership empatica. Eppure, troppe volte, dobbiamo lottare per ottenere il riconoscimento che meritiamo.

La disparità salariale è ancora una realtà in molti paesi: una donna, a parità di ruolo e competenze, guadagna spesso meno di un collega uomo. Il cosiddetto “soffitto di cristallo” continua a limitare l’accesso ai ruoli dirigenziali, e il carico del lavoro domestico e di cura pesa ancora sproporzionatamente sulle spalle femminili. 

Quante donne si sono sentite dire che la maternità è un ostacolo alla carriera? Quante hanno dovuto dimostrare il doppio per ottenere la metà?

Queste difficoltà non sono casuali, ma il risultato di una cultura patriarcale che ancora fatica a riconoscere pienamente l’autonomia e il valore delle donne e continua a condizionare le scelte di vita, limitando la loro libertà e le loro opportunità. Nei casi più estremi, questa mentalità si traduce in violenza: il femminicidio è una tragedia ancora troppo diffusa, segno di una società che non ha ancora fatto abbastanza per proteggere le donne e garantire loro sicurezza e rispetto.

Nel corso del suo pontificato, Papa Francesco ha mostrato più volte una sensibilità particolare verso il ruolo della donna nella società e nella Chiesa. Ha sottolineato il valore della femminilità, il contributo insostituibile delle donne nella comunità cristiana e la necessità di riconoscerne la dignità e i diritti. Ha anche compiuto passi significativi, come l’inclusione delle donne in alcuni ruoli chiave all’interno del Vaticano, nominandole a posizioni di responsabilità in organismi che tradizionalmente erano appannaggio esclusivo degli uomini.

Le donne, pur essendo colonne portanti delle comunità religiose e delle opere caritative, però vivono un ruolo confinato a una dimensione di servizio più che di leadership. Molte teologhe, consacrate e laiche, auspicano un maggiore riconoscimento della voce femminile nelle decisioni ecclesiali, un passo che potrebbe arricchire enormemente il cammino della Chiesa nel mondo contemporaneo.

In questo percorso di trasformazione, il ruolo degli uomini è fondamentale. Sempre più uomini si fanno promotori di un cambiamento reale, riconoscendo e valorizzando la forza delle donne. La loro consapevolezza e il sostegno attivo sono essenziali per superare vecchi schemi e pregiudizi. Quando uomini e donne uniscono le forze, si crea una sinergia capace di abbattere barriere e di costruire una società più giusta e inclusiva, dove il rispetto e l’uguaglianza diventano pilastri insostituibili del nostro futuro.

Oggi possiamo dire che, nonostante tutte le difficoltà, le donne non si fermano. Con determinazione e talento, costruiscono il proprio cammino, creando nuove opportunità per sé stesse e per le generazioni future. Penso alla resilienza di tante donne, che affrontano ogni giorno difficoltà che molti di noi non possono nemmeno immaginare, con un pensiero speciale a chi, nella propria disabilità/fragilità, dimostra una forza straordinaria e ci insegna il vero significato della resilienza.

È questa la vera essenza della Giornata Internazionale della Donna: un tributo alla resilienza. Vorrei che oggi: 8 Marzo 2025, fosse la celebrazione della forza femminile che, con coraggio e passione, ridisegna il futuro, e riafferma il nostro impegno per una società in cui il rispetto e l’uguaglianza diventino realtà quotidiane per tutte e tutti. 

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Di Adele Di Trapani

Giornalista, collabora con “Radio Spazio Noi”, l’emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo. Docente di Teologia Morale, fa parte anche dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), sezione di Palermo.